Il 2005 se ne è andato con una grande novità: il Comune di Verona si è liberato, dopo 30 anni di discussioni, di Castel S. Pietro, vendendolo alla Fondazione Cariverona. Per la gioia dell’affare il Sindaco lo ha fatto illuminare a giorno e tutti i veronesi hanno potuto festeggiare l’evento, anche se qualche “verde” ha protestato per l’inquinamento luminoso.
L’operazione immobiliare, così come descritta nella delibera di Giunta del 7 dicembre 2005, sembrava regolare formalmente, anche se politicamente e tecnicamente è molto discutibile, per gli impegni assunti dall’Assessore al Patrimonio e dal Sindaco con il Consiglio Comunale e secondo le normali interpretazioni della legge sull’ordinamento degli enti locali e sulla contabilità pubblica, ma oramai siamo abituati a queste situazioni; l’importante è che quel compendio immobiliare, che tanto ha fatto discutere la politica e la città, sia collocato ed il grande tormentone sia messo nel dimenticatoio. [//]
Credo che le proposte di utilizzo, che ora si fanno da parte di alcuni politici della maggioranza, siano fuori luogo: sarà la sola Fondazione a decidere e questo è un bene.
Tutto a posto allora? Macchè! Ancora una volta la Giunta ha fatto le cose approssimative e così il 29 dicembre 2005, altra riunione ed altra delibera, che cambia i termini della vendita; da definitiva si è trasformata in “contratto preliminare” che sì diventerà definitivo “a condizione” che Castel S. Pietro venga liberato dal bar concesso in locazione dalla Giunta Zanotto e ciò entro il 30/11/2006, termine essenziale!! Guarda caso, si sono “dimenticati” che c’è un’attività commerciale! si sono dimenticati che c’è pendente un ricorso al Consiglio di Stato, ed il Comune difende la legittimità della concessione data a trattativa privata, che ci sono state proteste degli abitanti della zona per il traffico e la rumorosità, ed il Comune è intervenuto con opportune modifiche, a sua cura e spese, che il concessionario ha fatto investimenti rilevanti e quindi difenderà con tutte le forze il suo investimento.
Temo assai, allora, che per il 30 novembre 2006 tutto sia a posto!!
Come sempre si è voluto “lavorare” senza avvertire nessuno! se avessero parlato, avrebbero trovato chi ricordava loro la reale situazione di Castel S. Pietro!
Non basta il differimento per la stipula del definitivo; c’è di più, la Fondazione ha chiesto, a garanzia del versamento fatto, anche una fideiussione di 7 milioni di euro, teme infatti per la restituzione?!
L’operazione immobiliare, che tanta gioia ha arrecato alla città ed anche a chi scrive, è allora sub iudice e ci farà rimanere col fiato sospeso fino al 30 novembre 2006, e ciò solo perché vi è stata qualche “piccola disattenzione e superficialità”.
Zanotto vuole che cessino i ricorsi al TAR da parte dei consiglieri, ma anche dei cittadini?Bene, cominci a fare atti trasparenti e conformi alla situazione reale delle cose e tutto si sistemerà, ma temo assai se, su una operazione semplice e lineare come questa, ha avuto queste “dimenticanze” e rischia di essere vanificata.
Riprenderà così il grande tormentone: che fine farà Castel S. Pietro?!
L’Adige, 14 Gennaio 2006, pag. 2