Il Sindaco ha ricominciato a sentire le organizzazioni principalmente rappresentative del mondo economico, politico e sociale della città per illustrare il PAT. Singolare questa iniziativa che, a quanto risulta, era già stata completata e le osservazioni trasfuse nel progetto in discussione alla commissione consiliare che, tra l’altro, sta esaminando gli emendamenti che i signori consiglieri comunali stanno presentando. [//] Singolare, perché a questi incontri i partecipanti stanno facendo proposte di modifica, che certamente non potranno essere più accolte, visto che il piano ha già iniziato la procedura approvativa, a meno che ancora una volta non venga modificato quando sarà in aula. La confusione su questo piano urbanistico è grande, meglio grandissima, ma forse è “finalizata” (con una “z” sola come scrive la Giunta nella sua delibera n. 20 dell’ 08/02/06) alla possibilità di fare quello che la Giunta vuole, senza alcuna collaborazione, non dei politici che oramai sono latitanti, non dei poteri forti che oramai, delusi da questa amministrazione, stanno aspettando che cada per scadenza del termine; non dei cittadini che sono rassegnati e, memori dell’aria del Baldo, sorridono tristemente guardando il palazzo come fosse un ente avulso ed estraneo al loro vivere.
La prova che si sta giocando a palazzo Barbieri la si ha da una recente delibera “finalizata” all’adeguamento al PAQUE del PRG e per la “presa d’atto avanzamento lavori” di progettazione di Verona Sud. Così deliberando, si certifica che in Comune di Verona i consiglieri comunali stanno discutendo per niente di urbanistica, infatti al progettista si è dato il termine del 15 febbraio 2006 per presentare gli elaborati! (decisione del 13/02/06, mah!) su delle proposte fatte proprie dalla Giunta proprio in quella delibera. Tralasciando ogni considerazione sui tempi, tra l’incarico e l’esecuzione, nella delibera si legge che per Basso Acquar, la soluzione che doveva essere trovata entro il 31/12/05, è spostata a data da destinarsi, e perdipiù viene tutto subordinato all’esecuzione di una “nuova bretella di collegamento con viale del Lavoro”. Originariamente era condizionata al collegamento con viale Piave e al completamento della 434, che resta sempre come condizione, quindi vi è una nuova viabilità che nessuno sa come sarà. Nulla è detto se il privato è d’accordo o meno!? Temo di no, anche se gli danno “il contentino” di costruire subito “l’edificabilità e le destinazioni d’uso sostenibili” dallo stato attuale. Che vorrà dire questa formula non è dato comprendere. Fa parte del gioco. Non basta, si interviene per la Fiera e si parla di un programma di espansione e investimento immobiliare su aree che sono oggetto “di trattative per la loro acquisizione”. Si condiziona l’attuazione di un piano urbanistico se acquista l’Ente Fiera? E se non acquista? Non è a conoscenza della Giunta che così facendo si interviene pesantemente sul mercato immobiliare?! I prezzi delle aree sono vincolati al loro fine edificatorio; la cautela e il silenzio sono d’obbligo in simili occasioni. Tralascio di esprimere un commento su quanto riguarda l’Autostrada: il casello da rovesciare, i metri cubi da costruire ecc. ecc., perché le spese di quegli interventi saranno a carico dell’autostrada e quindi alla città potrebbero interessare meno, anche se poi ne subirà le conseguenze. Tralascio pure il progetto di utilizzo dello scalo merci, che è ancora di là da venire e che comunque dovrà essere riesaminato, perché se non c’è più il collegamento Basso Acquar – Viale Piave tutto deve essere riconsiderato. Invito invece i consiglieri comunali e la città ad informarsi sulle novità che ci sono sul “trasporto pubblico di massa”. Avremmo, infatti, immediatamente una linea forte su gomma con percorso protetto, che poi sarà sostituita da una metropolitana e dalla tramvia. Naturalmente si dà per “confermata la scelta strategica del metrò”, anche se nessuno l’ha approvato! E nessuno sa come, dove e quando sarà fatto il “metrò”; attenzione non è il “minimetrò” (quello cinese) che fortunatamente è scomparso, è la proposta del piano strategico, che sembrava essere stata abbandonata. La linea su gomma sarà in sede dedicata, non sul percorso della tramvia originario, ma sulla vecchia ferrovia interna alla ZAI, oramai abbandonata e utilizzata a parcheggio e su quel tracciato passerà poi la tramvia. Non è chi non veda e non capisca che questi progetti faraonici e senza una base economico finanziaria, sono pura utopia, che la città non è in grado di sopportare. Sembra di sognare che una città di 250.000 abitanti, compresi gli stranieri, possa avere tre tipi di trasporto pubblico comunale. Vuol dire che non si è più in grado di ragionare con la realtà e con le più comuni esperienze di sviluppo della città. Mi chiedo, è bene che questa amministrazione continui ad andare avanti con l’idea di presentare un piano urbanistico che non ha il contatto con la realtà e con uno sviluppo sostenibile!? Non sarebbe meglio che invece di pensare alle linee forti, si preoccupasse delle linee “deboli” di AMT attuali, che non danno neppure il servizio minimo a chi le adopera per andare a lavorare e fa perdere agli utenti ore di lavoro per i ritardi cronici?!
L’Adige, 18 Febbraio 2006, pag. 2