Nel convegno organizzato dalla Banca di Verona e dallo Studio Rubini & Partners e titolato “Strumenti finanziari e bilancio – Novità legislative”, si è cercato di far luce sulle novità normative nella redazione della nota integrativa per gli strumenti finanziari dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 394/03. «Pur non fornendo prodotti finanziari, sentivamo la necessità di affrontare un tema molto importante per le imprese locali – introduce il convegno Valentino Trainotti, direttore della Banca di Verona -, soprattutto perchè si tratta di un tema complesso, quello degli strumenti finanziari, che deve essere compreso dalle aziende e per il quale è necessaria molta prudenza e conoscenza». [//]
«Con il D.Lgs. 394/03, stiamo parlando di un’evoluzione normativa a carattere nazionale – spiega Marco Rubini, partner dell’omonimo studio – che chiede di esplicitare una serie di informazioni definite nell’ambito dei principi internazionali e che ha effetto sulla redazione del bilancio d’esercizio 2005». Ma le imprese hanno competenze finanziarie per affrontare queste novità? A questa domanda Rubini ha cercato di dare una risposta illustrando innanzitutto i cambiamenti normativi in atto e le modifiche che comportano nella definizione degli strumenti finanziari all’interno della nota integrativa e della relazione sulla gestione.
«Stiamo vivendo una progressiva convergenza – prosegue Rubini – dei principi nazionali verso quelli internazionali, IAS-IFRS. Nella redazione dei bilanci internazionali il documento principale di lettura è quello finanziario, mentre noi italiani, sia per formazione che per cultura, tendiamo a dare maggiore importanza allo stato patrimoniale e conto economico».
Questa differenza cosa comporta?
Oggi è in atto un processo evolutivo, non solo dettato da leggi internazionali ma anche dalle nostre nazionali, che spinge a guardare l’azienda in ottica finanziaria. Ritengo che questa evoluzione, che altri paesi hanno già compiuto, possa essere un’opportunità per migliorare la gestione dell’azienda, attraverso l’utilizzo di strumenti sofisticati che possono garantire allo stesso tempo nuove opportunità. In questa visione, chiedere una chiara definizione delle informazioni finanziarie, e tra esse anche quelle degli strumenti finanziari, significa incentivare le aziende a fare analisi e considerazioni con maggiore attenzione e consapevolezza, dimostrando maggiore trasparenza anche nei confronti del mercato.
Questa evoluzione renderà sempre più fondamentale il ruolo del direttore finanziario nelle aziende?
Il direttore finanziario fino a oggi, per cultura e per struttura stessa delle nostre imprese, non è stato considerato con l’importanza che avrebbe dovuto avere si sta facendo strada. In molte aziende il responsabile amministrativo deve iniziare ad assumere questo ruolo e dotarsi di maggiori conoscenze finanziarie.
Tornando alle novità introdotte nel decreto legislativo 394/03, si menzionano tra gli strumenti finanziari, i derivati, fenomeno che ha spaventato e spaventa tutt’ora molte aziende…
Per quanto riguarda la diffusione del fenomeno derivati, strumenti finanziari demonizzati da alcuni e acclamati da altri, non ci sono dati precisi e non si è riusciti ancora a mappare il loro impatto sulle aziende. Una commissione della Camera, presieduta da La Malfa, non ha prodotto uno schema completo sulla situazione anche se i dati attuali fanno intendere che il fenomeno sia diffuso. Come è stato spiegato nel convegno, deve essere fatto un ragionamento tecnico sulla loro natura e sul loro utilizzo, in modo tale da consentire alle aziende di conoscere e definire gli impatti che possono avere per la propria realtà. Sono molto complessi ma se fossero stati utilizzati, per esempio, per assicurarsi sui tassi di cambio del dollaro o sull’andamento del prezzo dell’acciaio, avrebbero aiutato alcune aziende a trarre vantaggi dalle oscillazioni di mercato registrate negli ultimi anni.
L’Adige, 25 Febbraio 2006, pag. 6