Ahimè anche la vendita, o meglio, la promessa di vendita di Castel S. Pietro alla Fondazione è finita al TAR Veneto. Non per colpa della minoranza consiliare, ma per i diritti violati dal Sindaco e dall’assessore Poli e dalla Giunta nei confronti di chi aveva una concessione per l’utilizzo di parte del Castello.
Sarebbe interessante ed istruttivo per la maggioranza leggere il preciso e puntuale ricorso, che dimostra ancora una volta e con documenti, come sia stato superficiale e contraddittorio il comportamento degli amministratori nella vicenda e come gli stessi non si siano minimamente preoccupati delle norme di legge e regolamentari. [//] E’ certo che la maggioranza non leggerà, perché si fida ciecamente del Sindaco e dei suoi, ma un qualche dubbio sulla legittimità e fondatezza di tutti questi ricorsi al Giudice amministrativo dovrebbe pur far dubitare per il futuro della nostra città. Zanotto continua a dire abbiamo fatto questo e quello, ma dimentica di dire che tutto quanto fatto è sub iudice e mi riferisco agli interventi più importanti: Polo finanziario, ex foro Boario, PRUSST, Regolamento Comunale, Bilancio Comunale. Orbene, se il TAR Veneto accogliesse i ricorsi e non approvasse quanto fatto, sarà la fine per dissesto finanziario del Comune di Verona, che ha incassato e speso i danari e dovrà restituirli tempestivamente!! Ancora di più, mi pare leggero il comportamento del Sindaco e della maggioranza che vogliono discutere del PAT in Consiglio Comunale, con riduzione dei tempi di discussione e poi farlo approvare con l’applicazione del regolamento consigliare in modo distorto, interpretazione per di più impugnata dalle minoranze che si fanno forti anche dei pareri del Segretario generale e di tutti i dirigenti. Che accadrà se il TAR dicesse che hanno ragione a protestare? Ma si sa il Comune “vince sempre”, come ripetono gli assessori. Se così non fosse la conseguenza sarà che tutto il PAT verrebbe buttato alle ortiche, comprese le spese sostenute, e non sono poca cosa! Non era il caso che il Sindaco, prima di porre in discussione lo strumento urbanistico, attendesse una decisione chiarificatrice?! Non era il caso, forse di andare a chiedere al Presidente del TAR Veneto un’udienza ravvicinata della discussione, vista la gravità e l’importanza della materia?! I giudici amministrativi sono sensibili in queste materie e accontentano le amministrazioni per dirimere le controversie, proprio per evitare il sorgere di ulteriori ricorsi e danneggiare i cittadini.Mi meraviglia che tutti gli avvocati che sono in Giunta, ed i loro consulenti, non abbiano fatto questo legittimo passo e si avventurino in una discussione ed approvazione che potrebbe essere nulla!!а
A meno che non lo si voglia fare contando proprio sulle pendenze dei ricorsi ed allora accettiamo anche questa leggerezza e superficialità della politica. All’esito dei ricorsi si vedranno le conseguenze. Post scriptum: invito i Consiglieri, oltre che a pensare ai metri cubi del PAT, anche a leggersi “le norme tecniche di attuazione” e verificare se siano comprensibili, legittime e conformi al loro volere, e non siano al contrario delle norme in bianco, cioè che ciascuno interpreterà come meglio aggrada, con le ovvie conseguenze che vogliono dire Е. favoritismi!! Lo chiedo anche ai Tecnici Comunali di controllare gli articoli che riguardano le opere pubbliche. Spieghino i Tecnici perché si richiama il PRG e la variante 33, che sappiamo essere stata già criticata dal Consiglio di Stato! Perchéа fare riferimento a strumenti urbanistici che dovrebbero essere cancellati!!? Il Consiglio dovrà dare una risposta, non a me, ma alla città ed agli operatori.
L’Adige, 4 Marzo 2006, pag. 2
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