La promozione del territorio e il rilancio del made in Italy affidata al satellite. Questo l’obiettivo dell’iniziativa editoriale di Venice Channel, neonato canale satellitare tematico che dallo scorso autunno trasmette via etere l’immagine dell’Italian Lifestyle. «La comunicazione – racconta a L’Adige Ernesto Boni, consigliere delegato e socio fondatore di Venice Channel – nell’economia della globalizzazione dei mercati, assume un valore determinante per le aziende che vogliono acquisire, espandere o consolidare i loro flussi in esportazione: l’innovazione passa attraverso la comunicazione tematica». [//]
Visibile in chiaro sul satellite Hotbird, e presto anche tramite Eutelsat su Sky Italia, il nuovo canale satellitare viene presentato oggi pomeriggio alle 18 a Verona, alla Byblos Gallery di Corso Cavour. «Venice Channel – spiega Boni – è un progetto che ha trovato consenso anche da parte dei comuni di Venezia e Verona, per dare un tocco di istituzionalità, e stiamo cercando di allacciare rapporti commerciali con le aziende del nostro tessuto economico». Il canale tematico via satellite, mezzo di comunicazione anglosassone che all’estero è affermato da anni e che in Italia sta muovendo i suoi primi passi, è uno strumento di marketing con enormi potenzialità commerciali. Infatti, può raggiungere target ovunque e soprattutto può attrarre spettatori-clienti che dichiarano, nel momento della sintonizzazione sul canale, di voler ascoltare o “comprare” questo prodotto chiamato Italia. L’intuizione dello strumento potrebbe essere giusta, se il target è straniero. «La formula del canale tematico – prosegue Boni – è capace di avvicinare il telespettatore o consumatore trasferendo immediatamente il sogno, il valore stesso del prodotto proposto, Venezia, il Veneto o l’Italia più in generale. Noi vogliamo costruire un ponte di comunicazione tra territorio e il proprio turista-consumatore».
Come è nato il progetto?
Ad oggi non esisteva un mezzo televisivo in grado di promuovere il sistema economico, turistico e la cultura attraverso la forma tematica. Con questa iniziativa vogliamo avvicinarci allo spettatore per trasferire un sogno, uno status, per spingerlo a conoscere e desiderare di avvicinarsi all’Italia. È un mezzo di diffusione a basso costo che raggiunge milioni di utenti nel mondo: il target potenziale è infatti rappresentato da 600 milioni di persone. Il progetto si è posto l’obiettivo di promuovere la penetrazione commerciale dei nostri prodotti all’estero con un mezzo in grado di condizionare il consumatore. È fondamentale la componente sogno ed emozione legandola ad un territorio.
Venice Channel quindi, è un’iniziativa di marketing che fa leva sul brand Venezia?
Attraverso Venice Channel vogliamo rappresentare lo stile di vita italiano e il made in Italy facendo leva sulla notorietà di Venezia, che oggi è il marchio più potente che possiamo disporre in termini di comunicazione e immagine. Con questo brand possiamo attrarre a noi consumatori evoluti che amano i prodotti italiani, che amano cultura, arte e tradizioni. In Italia abbiamo una miniera d’oro fatta da eccellenze artistiche e della produzione, perché non sfruttarle per far crescere il nostro sistema economico?
Come sono strutturati i programmi e il palinsesto?
Benché oggi Venice Channel sia visto in tutto il mondo in standard definition, abbiamo fatto la scelta industriale di essere una “content factory” che produce in HD (high-definition) programmi per la promozione delle eccellenze del nostro paese. La nostra idea è non solo di trasmettere questi programmi via satellite, ma di realizzare produzione home video per la distribuzione come materiale promozionale del territorio. Il palinsesto è costituito da documentari che si occupano della promozione del territorio, delle sue ricchezze e dei sui interlocutori. Abbiamo stipulato accordi con istituzioni culturali come la Fondazione Arena di Verona e il museo veneziano Peggy Guggenheim, per produrre programmi tematici sulla musica e sull’arte. In generale il palinsesto è ricco di arte e cultura, enogastronomia, sistemi economici e distretti produttivi, che sono leve capaci di trainare il nostro territorio all’estero.
E nei confronti del target, quali sono gli obiettivi?
I numeri: 600 milioni di persone nel mondo e un accordo con una televisione cinese per la trasmissione in lingua cinese di alcuni dei nostri programmi. Riteniamo che il nostro target sia questo perché il nostro è un progetto internazionale, anche se non trascuriamo il mercato nazionale. Oggi la gestione della comunicazione ha un ruolo strategico per la creazione di valore economico dando vita a politiche orientate al consumatore. La vera innovazione è capire il mondo dei consumi dove il vero valore aggiunto si concentra sulle attività terziarie della catena come il design, la progettazione, la commercializzazione, la logistica, il servizio al cliente e la comunicazione. Questo consente di favorire un turismo di qualità perché parliamo ad un pubblico che richiede qualità.
Dopo gli investimenti di avvio, circa 5 milioni di euro, quali sono i primi dati economici?
Abbiamo previsto di raggiungere il pareggio di bilancio entro la fine del 2006. Siamo in una fase di start up molto avanzata e stiamo raccogliendo adesioni dal settore pubblico e privato. I nostri funzionari commerciali sono in piena attività, tra qualche mese potremmo avere un quadro più preciso.

L’Adige, 18 Marzo 2006, pag. 5