Il tycoon cagliaritano Niki Grauso non fa eccezione alla regola. E’ entrato per ultimo nel settore affollatissimo dei free press in città. Il suo “Il Verona” si è presentato all’inizio della primavera, sgomitando fra InCittà, Metro, Leggo e City, i quattro gratuiti che da qualche anno si contendono lettori a colpi di migliaia di copie diffuse ogni giorno in città. [//]
Quattro giornaletti – 24 pagine al massimo, poco testo, tante foto – fatti in fotocopia che rappresentano comunque gruppi editoriali di tutto rispetto: dall’Athesis alla Rizzoli, ai Caltagirone (Messaggero e Gazzettino) più il colosso svedese del settore Metro.
Non che Grauso sia un welter in un ring dominato da pesi massimi: è stato uno dei fondatori di Internet in Italia; in Sardegna ha lanciato un anno fa Il Giornale di Sardegna contro la corazzata Unione Sarda (un tempo proprio di Grauso).
Riguardo ai free press di casa nostra Il Verona, almeno in questo, ha fatto eccezione: 56/64 pagine, apertura riservata ai temi locali e non a quelli dettati dai telegiornali nazionali della sera prima, una redazione in città e non un service dislocato a centinaia di chilometri. Come gli altri, “Il Verona” fa parte di una catena che copre più province (che hanno tutte una propria testata locale) con l’obiettivo di raggiungere il milione di copie distribuite quotidianamente e quindi conquistarsi la sua parte della pagnotta della pubblicità nazionale.
Diffuso senza strilloni, ma attraverso una rete di esercizi commerciali, Il Verona si è ritagliato il suo spazio in pochi mesi, togliendo ossigeno agli altri quattro e, a vedere dalla gente per strada, pare essere più apprezzato degli altri prodotti free. Poteva bastare allo “squalo” sardo? Evidentemente, no. Grauso adesso punterebbe ad affiancare al free cartaceo un’altra leva nazional-popolare, anch’essa free per definizione: l’informazione televisiva. Il tycoon sardo punterebbe a sfondare nel Veneto con una propria rete o affittando spazi informativi su altri canali. In questa settimana, l’editore era in zona ed ha incontrato diversi operatori e professionisti.
In un mercato locale controllato da un fortissimo duopolio – TeleNuovo e TeleArena – l’arrivo di Niki Grauso potrebbe cambiare non di poco gli scenari. Anche perchè mentre le due televisioni veronesi appartengono politicamente all’area moderata, Grauso non fa mistero di essere più in feeling col Centrosinistra.
Che vorrebbe dire appoggio alle poche giunte locali venete d’area (e Verona è la prima della lista dato che si vota a primavera 2007) e spina nel fianco per Galan. D’altronde, che può fare uno squalo se non mordere?
L’Adige, 6 Maggio 2006, pag. 1