Dopo due giorni di intensa attività promozionale a Mosca, buone notizie per il vino italiano, sempre più apprezzato per la sua qualità ma anche per il fascino che il Bel Paese esercita sui consumatori russi.[//] Il successo dei work shop e delle degustazioni organizzate nel corso della trasferta moscovita di Vinitaly fanno quindi ben sperare per un proseguimento del positivo trend in atto per il nostro export enologico, che dal 2003 al 2005 è passato da 17,8 a 31,5 milioni di euro. Anche i dati del primo mese del 2006 sono molto positivi, con un valore dei vini esportati superiore a 3 milioni di euro rispetto a 1,1 milioni di euro dello stesso mese dello scorso anno. Il mercato russo è considerato uno dei più interessanti a livello mondiale, in virtù di un tasso di crescita dell’8% l’anno in termini di volume e del 15% in valore. Il vino d’importazione ammonta a 380 milioni di litri su un consumo totale di circa 700 milioni di litri. L’Italia è il quarto importatore con il 7% del mercato, dopo la Moldavia che da sola supera il 50%, la Georgia e la Francia rispettivamente con circa il 10%. In termini di valore i vini italiani sono al secondo posto, davanti anche alla Francia, che probabilmente esporta in Russia una quota maggiore di vini sfusi. Per Anatoly Korneyev, vice presidente dell’Associazione russa dei sommelier e titolare di un’azienda di import che ha in portafoglio una sessantina tra le aziende vitivinicole italiane più conosciute in Russia, è un momento di boom per i vini italiani. “Le mie vendite – dice Korneyev – incrementano del 60-70% l’anno”. Il 27 maggio Vinitaly Russia si trasferisce a San Pietroburgo, per l’ultimo giorno di tour