Il Sud America guarda con interesse alle possibili collaborazioni con il sistema imprenditoriale veneto. In particolare si cerca di trasferire oltre oceano il “modello veneto” dei distretti. Da Brasile, Argentina, Cile e Uruguay, paesi protagonisti del convegno “Sud America: Dalle affinità alle opportunità” tenutosi a Stra per iniziativa del Centro Estero Veneto, l’invito è unanime anche alla luce di una maggior attenzione da parte dei mercati mondiali. [//]
«Sempre più il Sudamerica – spiega Federico Tessari (nella foto) nel suo primo intervento pubblico in qualità di Presidente del Centro Estero Veneto – è sotto la lente degli investitori stranieri, grazie ad una sostanziale stabilità politica che permette finalmente di poterne apprezzare le opportunità. Credo che il Veneto possa giocare un ruolo molto importante alla luce dei particolari legami che ci sono con Argentina, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay».
Già oggi il sistema imprenditoriale veneto può contare sul sostegno operativo di “Veneto House”, la rete degli sportelli presso questi paesi che svolgono un’azione informativa e promozionale del “Made in Veneto” e delle opportunità di reciproca collaborazione economica. «Ci sono tutte le caratteristiche per non rimandare ulteriormente l’ipotesi di investire oltre oceano – prosegue Tessari -, soprattutto in questo tempo in cui i mercati emergenti si stanno muovendo in modo molto dinamico.Il Centro Estero sta ponendo l’attenzione su quelle aree geografiche affini per caratteristiche socio-economiche e culturali, in quelle già costituite in aree di libero scambio o in procinto di esserlo che possono offrire interessanti prospettive di sviluppo, come il Sudamerica, il Maghreb-Mashrek, il Sud Est Asiatico. Si tratta di aree che stanno conoscendo una costante crescita del Pil (tra il 5 e il 10 %) e che quindi possono riservare buone opportunità di business per il Veneto».
«Il tessuto imprenditoriale brasiliano e veneto è molto simile – commenta Paulo Tigre, presidente della Federazione degli Industriali del Rio Grande do Sul – ambedue infatti vedono protagoniste le Pmi. Sarei molto lieto di uno scambio tra Pmi venete e brasiliane per realizzare progetti comuni, mentre già oggi guardiamo con interesse ad importare un modello come i distretti». «A fronte anche dei recenti contatti tra Brasile e Italia, sembra ormai giunto il tempo di azione operative. – Spiega Francesco Paternò, Segretario generale della Camera di Commercio Italo-Brasiliana. – Ormai che gli approcci informativi e istituzionali devono lasciare spazio alle progettualità in settori specifici e tecnologicamente innovativi. Penso alla telemedicina, alle nanotecnologie, ai software per la meccatronica: settori in cui il Veneto vanta un’eccellenza straordinaria».
Grande attenzione ai distretti anche dall’Argentina: «Il Paese sta vivendo una fase di tranquillità e questo costituisce una ottima opportunità per un riavvicinamento tra Veneto e Argentina – commenta Juan Arturo Curatola, Vice Presidente della Camera di Commercio Italiana in Argentina -. Il Veneto deve cominciare ad investire in Argentina anche in termine di collaborazione tra aziende per affrontare mercati terzi». Passare dall’export agli investimenti è l’invito che arriva anche dal Cile, come ha riferito Marco Leone, Presidente dalla CCIAA Italiana in Cile: «Il trend di crescita del paese è molto sostenuto, anche in seguito all’aumento del prezzo delle materie prime di cui è ricco. Il Cile sta oggi esprimendo una grande voglia di innovazione sia di prodotto che di processo, che possono contare sulle facilitazioni offerte, ad esempio, dalla infrastrutture come anche di incentivi statali». Ad offrire interessanti opportunità sotto l’aspetto finanziario è sicuramente l’Uruguay, dove «l’investimento estero è trattato alla stessa stregua di un investimento nazionale – come ha spiegato Manuel Ascer, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Uruguay -. Inoltre l’esportazione e l’importazione di capitali stranieri è senza oneri».
L’Adige, 3 Giugno 2006, pag. 5