Caro Direttore, la saga dell’inchiesta di Potenza, si arricchisce di nuovi elementi.[//] Il Procuratore Capo, infatti, ha segnalato al CSM il proprio sostituto Woodcock, il quale, a conclusione dell’inchiesta, secondo appunto il dottor Galante, non gli avrebbe portato alla firma le richieste di custodia cautelare in carcere per gli imputati della vicenda. La richiesta di custodia cautelare emessa da Woodcock fu infatti inviata soltanto al giudice delle indagini preliminare, Alberto Iannuzzi, che l’ha poi accolta, disponendo 13 arresti (sei ai domiciliari) su 66 indagati. In quell’ordinanza non c’era la firma del procuratore Giuseppe Galante e, praticamente, in linguaggio magistratese, significherebbe che il PM ha fatto tutto da solo (cosa, che – per il vero – adesso non sarebbe consentita senza una sorta di “visto” del Procuratore Capo). Stupefatto il sostituto Woodcock, il quale – testualmente – afferma: “Non capisco, ci eravamo salutati con una stretta di mano”. Secondo la legge dei corridoi di tribunale, il gesto del Procuratore Capo significherebbe scaricare il proprio sostituto, al di là di ogni ragionevole dubbio… A mio modo di vedere, invece, significa che troppo spesso certe indagini sfuggono dal controllo dei vertici delle Procure perchè, francamente, pare un po’ troppo azzardato ritenere che la richiesta di arresto per Vittorio Emanuele di Savoia sia trattata alla stregua di un foglio di via di un extracomunitario.. A meno che… A meno che, si diceva, in procura non abbiano detto ai PM:” … in questa inchiesta non andate troppo per il Sottile…”. Comunque, stiamo alla finestra: the show (girl) must go… Cordiali saluti. Massimo c. Denominatore