Quel che rimane? Tutto un programma
Il Sindaco ha invitato i politici a stare in silenzio e a “lasciarlo lavorare” perchè deve portare a termine il suo programma; criticarlo in questo momento è uno sviarlo dal suo “opero per voi”;[//] a ruota, ha scritto, per sostenerlo, il capogruppo della Sinistra Europea, con toni ancora più imperiosi ed attaccando l’opposizione perditempo ed i cittadini che si lamentano. Chi ha consigliato, o scritto, queste lettere non ha proprio il senso della democrazia partecipata, sia verso gli elettori della maggioranza , che della minoranza. Infatti, il Sindaco ormai è a tutte le manifestazioni, inaugurazioni, giochi e che più ne ha, più ne metta; ha una squadra personale di pubbliche relazioni, con televisione al seguito; partecipa a tutto, purchè possa apparire e sorridere, a comando, davanti alle telecamere e fotografi. Ha battuto ormai il record della Sironi, che era tutto dire e che è stata molto criticata, allora. Non è campagna elettorale questa?! Fin tanto che va in giro a farsi bello per niente “non lavora proprio per noi” e forse questo è un vantaggio per la città, che voleva dall’amministrazione solo ed esclusivamente la buona Amministrazione quotidiana e una o due opere significative e condivise, ma non onerose per i contribuenti, mentre così non è stato. E’ lo stesso Sindaco che riconosce di non avere ancora risolto: la vicenda Cartiere, Cà del Bue, la Tramvia, il Polo Finanziario, la Caserma Passalacqua, il Prusst, il Pat ecc.ecc. Pensa forse di fare tutto negli otto mesi che gli restano?! Anche di risanare le società di proprietà del Comune? Per favore, siamo seri! Chi lo consiglia, sia realista e controlli il bilancio, che, tra l’altro, non è stato neppure portato all’esame delle Commissioni e si accorgerà come entro la prossima primavera saremo al punto di partenza, cioè a 5 anni fa! Quando ad ottobre non ci sono le delibere del bilancio all’esame del Consiglio è perché c’è qualcosa che non va ed allora si ritarda l’amaro calice, soprattutto quando la campagna elettorale è prossima e non si possono dare brutte notizie agli elettori, rimandando agli altri la soluzione dell’inefficienza! Forse una cosa andrà a buon fine: la vendita di Castel S.Pietro alla Fondazione, infatti, il Comune ha dovuto pagare ben 270.000 Euro per ottenere lo sgombero (delibera n.289/06) della discoteca, per un errore commesso dalla Giunta che ha venduto senza “sapere”! (tanto paghiamo noi). Anche la Fondazione, certamente, ha versato il suo “contributo” per liberare il castello (non so l’importo, ma certo non sarà stato poco!) e così ha dato una mano a questa Amministrazione pasticciona, ma quegli Euro, sia comunali, che della Fondazione, e le spese legali relative, non stavano meglio nelle casse comunali? Ora speriamo che il TAR ed il Consiglio di Stato non si mettano di mezzo sulla legittimità della vendita a trattativa privata e senza l’approvazione del Consiglio Comunale, perché se il Giudice amministrativo annulla tutto, allora, poveri noi e povero Zanotto e Giunta!