Finanziaria 2007: dalla Giunta veneta l’ennesima bocciatura
“Una mazzata al ceto medio e a quel valore portante dell’economia di questo Paese che è il risparmio ; un colpo durissimo alle Piccole e Medie Imprese, vera ossatura della nostra economia, [//]che con il Tfr si vedono sottrarre una risorsa vitale per sostenere i loro investimenti; una botta ad artigiani commercianti, operatori turistici e dell’indotto. I “Supereconomisti” Prodi e Padoa Schioppa non hanno saputo andare oltre l’ideologia e la livorosa lotta di classe imposta dai loro sostenitori dell’estrema sinistra ed ora i moderati di quello schieramento si arrampicano sui vetri saponati tentando di convincerci, come ha fatto il Rutelli che le tasse ci verranno restituite tra due anni. Li aspetto al varco ma, anche se fosse, i danni provocati alla nostra economia sarebbero già pressoché irrecuperabili sia in termini di calo dei consumi, che di rallentamento dell’imprenditorialità”. Dopo qualche giorno di “studio” della nuova finanziaria nazionale, con queste parole esce allo scoperto l’Assessore all’Economia e Sviluppo della Regione del Veneto Fabio Gava, bocciandola senza appello, non solo sul piano politico, ma anche su quello tecnico. “Chi ha redatto questa finanziaria – aggiunge Gava ha una ben strana concezione dello sviluppo economico: per fare solo un esempio, le disposizioni su fronti essenziali come l’energia, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico, le privatizzazioni di alcuni servizi, sono completamente assenti; e a fronte di un necessario disegno di governance dello sviluppo (del tutto assente) ci ritroviamo con tasse, balzelli, prelievi, indebolimento della capacità d’azione degli Enti locali, a cominciare dalle Regioni”. Secondo calcoli fatti nel Veneto, secondo Gava, la sola Regione, con questa finanziaria, perderà circa il 30% della sua capacità d’investimento. “E’ l’inevitabile conseguenza – spiega l’assessore – della decisione di parametrare la capacità d’investimento sulla cosiddetta ‘cassa’ anziché sulla competenza, e dubito che Padoa Schioppa non sapesse che, in un bilancio regionale, la ‘cassa’ è decisamente più bassa della ‘competenza’. Altro che federalismo – aggiunge Gava – qui si sta tentando di togliere la linfa vitale alle Regioni!”. “Purtroppo- incalza Gava – vedo nero anche per le nostre aziende: da un lato si scippa loro il fondamentale Tfr, dall’altro le si vorrebbe imbonire con la diminuzione del cuneo fiscale: nessuno ha avuto però la necessaria attenzione per accorgersi che, mentre il prelievo del Tfr avrà tempi strettissimi, ben più lunghi saranno quelli dell’intervento sul cuneo fiscale. Il disequilibrio è evidente: si toglie subito e si darà, se mai si darà, più avanti”. “Non parliamo poi – prosegue il responsabile dell’economia veneta – della generalizzata condanna per evasione emessa dal Soviet verso artigiani e commercianti, che vengono subissati di previsioni punitive sia sul piano fiscale, che su quello contributivo”. L’assessore pone anche l’accento sulla “presa in giro” della reintroduzione della tassa di successione: “Fissare un valore di esenzione di 250 mila euro per una casa – dice – è assolutamente troppo basso e sarebbe addirittura ridicolo se fosse un riferimento al valore di mercato e non a quello catastale. Verranno così colpiti immobili modesti, magari frutto di una vita di risparmi di un lavoratore”. Gava conclude dicendosi “sconcertato da certe dichiarazioni fatte ieri in Parlamento da Padoa Schioppa: dire che questa è una finanziaria di sviluppo non è un errore per un economista, è una fandonia bella e buona, perché ogni economista sa che dove aumentano le tasse lo sviluppo frena! Anche in questo caso l’obbiettivo primario mi pare quello di andare nella direzione opposta di quella seguita in questi anni dal Governo Berlusconi, che aveva sempre cercato, e in buona parte trovato un giusto equilibrio tra la protezione delle fasce più deboli (vedi i forti aumenti dei fondi per la sanità) e azioni di sostegno alla crescita economica e dei consumi, che ne sono una delle parti essenziali. Qui davvero c’è solo uno che può sorridere: il presidente di una casa automobilistica che non ha un suv nei suoi listini!”