Il mare Adriatico torna al centro dei trasporti verso Oriente. Questo è quanto emerge da un progetto in via di definizione, che vede coinvolte Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna alleate per sviluppare una comune politica adriatica nel settore portuale[//]. «Un impegno – come spiega Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto – sarà formalizzato con la firma di un programma quadro per lo sviluppo di una politica marittima comune, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale. Con questo programma puntiamo alla collaborazione tra tutte le strutture portuali dell’Alto Adriatico, compresi i porti di Capodistria e Fiume, promuovendo anche interventi che favoriscono lo sviluppo delle autostrade del mare, del cabotaggio e del trasporto passeggeri». Alla base della comune politica adriatica sono state individuate alcune opzioni, tra le quali la più importante e accreditata è la nascita del Distretto Portuale Nord Adriatico (DPNA). Questo distretto dovrà essere una rete portuale integrata che includa gli scali di Ravenna, Venezia, Trieste, Chioggia, Porto Levante, Porto Nogaro, Monfalcone, Trieste, Koper, Rieka. «Le nostre tre regioni – ha aggiunto Chisso – vogliono proporre all’Italia e all’Unione Europea di valorizzare l’Adriatico come leva per promuovere lo sviluppo economico e l’integrazione dell’Europa centrorientale e per sostenere la stabilizzazione e l’integrazione dell’area balcanica, cosa che implica tra l’altro un sollecito ingresso della Croazia nell’Ue. Siamo consapevoli che questo corrisponde agli interessi delle rispettive comunità, ma anche agli interessi dell’Italia e dell’Europa». Con questo progetto le regioni coinvolte puntano alla regolazione della concorrenza tra gli scali e fatti, e a promuovere la domanda di trasporto intermodale centrata sulle vie del mare. Inoltre l’obiettivo del progetto è quello di attivare una efficace e coordinata politica delle infrastrutture, ad una comune politica della sicurezza della navigazione e ambientale; a misure da parte dell’Unione Europea che favoriscano lo sviluppo delle autostrade del mare, del cabotaggio, del trasporto passeggeri. «Riteniamo che il Distretto Portuale Nord Adriatico – conclude Chisso – costituirà un ambito portuale, intermodale, logistico, di servizi e di competenze che potrà rappresentare una privilegiata porte di accesso dell’estremo oriente verso l’Europa». Come dire, perché non sfruttiamo l’Adriatico come via del commercio? Nessuno si ricorda di Marco Polo?