Dual governance per “la grande popolare”
La notizia è di rilievo per lo scenario economico e finanziario veronese e nazionale: il matrimonio-fusione tra Banco Popolare di Verona e Banca Popolare Italiana farà nascere il terzo polo bancario per dimensioni[//] (2183 sportelli), dietro ai colossi Unicredit e Intesa-San PaoloIMI, e il primo gruppo italiano tra le popolari per capitalizzazione e redditività. L’operazione di fusione è stata benedetta anche da Mario Draghi, il governatore della Banca d’Italia che in questi suoi mesi di mandato ha auspicato più volte nell’aggregazione delle banche italiane in poli con una massa critica sufficiente per competere anche su scenari extra-nazionali. Ma un fattore interessante, aldilà dei numeri dell’operazione, è come viene affrontata la corporate governance. Infatti, il nuovo “gruppo Popolare” adotterà il modello dualistico, così come proposto da Bazoli e c. nel processo di fusione Intesa-San PaoloIMI. Secondo alcuni siamo all’inizio di una nuova era delle fusioni bancarie, in cui il tema governance sta prendendo nuovi risvolti rispetto alle aggregazioni del passato. In questo nuovo riassetto, Verona e Lodi hanno infatti deciso di istituire due diversi organismi per la gestione della banca: il consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione. Il consiglio di sorveglianza sarà composto a regime da 20 membri (10 il primo anno e 16 il secondo) in modo tale da «garantire il tradizionale modello popolare basato sul rinnovo annuale di parte dell’organo amministrativo in occasione dell’assemblea di bilancio», come spiegato in una nota da Bpvn. Il 60% dei membri del consiglio di sorveglianza sarà di nomina Bpvn e il 40% di nomina Bpi. Oltre ai compiti previsti dalla legge, al consiglio di sorveglianza spetterà l’approvazione dei piani industriali e delle principali operazioni straordinarie. Il consiglio di gestione invece, sarà costituito da 12 membri tutti scelti su base professionale, 4 membri saranno non esecutivi e i restanti 8 saranno manager del gruppo. Secondo altri, i giuristi, il tema della governance così come presentato pone qualche perplessità sul rischio di sovrapposizione di ruoli. Su questo stesso tema, sul caso Intesa-San PaoloIMI, curiosa la lettera che il presidente di Assogestioni Guido Cammarano ha inviato ai presidenti delle due banche, Giovanni Bazoli e Enrico Salza, chiedendo chiarimenti su come sarà gestita la governance. «A questo proposito – scrive Cammarano -, non possiamo esimerci dal segnalare sin da adesso che ad avviso del Comitato una efficiente ed efficace governance della società debba evitare la creazione di sovrapposizioni di funzioni: in questo senso auspichiamo che al consiglio di gestione siano riservate esclusivamente funzioni esecutive e che il ruolo di monitoraggio e controllo sia svolto solo dal consiglio di sorveglianza». Nella nuova popolare, presidente del consiglio di sorveglianza sarà Carlo Fratta Pasini, attuale presidente di Bpvn. Il vice presidente vicario del consiglio di sorveglianza e il presidente del consiglio di gestione saranno scelti da Bpi tra le persone del presidente Dino Piero Giarda e dell’amministratore delegato Divo Gronchi, vice presidente del consiglio di sorveglianza sarà anche Maurizio Comoli, attuale vice presidente di Bpvn. Amministratore delegato sarà Fabio Innocenzi, attuale ad di Bpvn. Del consiglio di gestione faranno parte anche Franco Baronio attuale direttore generale di Bpi e Massimo Minolfi, attuale direttore generale di Bpvn, che manterranno la carica congiuntamente anche nel “gruppo Popolare”. Prima dell’operazione di fusione, ma nello stesso contesto, Bpvn e Bpi procederanno allo scorporo delle rispettive aziende bancarie in società interamente partecipate, che per effetto della fusione diverranno società controllate dalla capogruppo. Lo scorporo delle aziende bancarie denominate provvisoriamente “Banca Popolare di Lodi” (Bpl) e “Banco Popolare di Verona San Geminiano San Prospero” (Bpv-Sgsp) prevede due Spa che saranno interamente possedute dalla nuova capogruppo. A ciascuna Spa farà capo la rete degli sportelli dislocate nelle zone di rispettiva presenza storica, nonché per la Bpl anche le partecipazioni nelle banche popolari lombarde e nella Caripe. Secondo i vertici della capogruppo questo scorporo consentirà di rafforzare il radicamento delle banche sul territorio. Per quanto riguarda l’analisi in corso per istituire un’alleanza commerciale e industriale tra la banca scaligera e il gruppo Cattolica Assicurazioni di Giuseppe Camadini , la compagnia assicurativa ha così risposto alla fusione Bpvn-Bpi: «Nel contesto dell’operazione di integrazione tra Bpi e Bpvn approvata dai rispettivi consigli di amministrazione, Bpi ha preso atto che Bpvn sta conducendo verifiche con il proprio partner assicurativo, Cattolica Assicurazioni, finalizzate ad una possibile convergenza su un progetto industriale, bancario assicurativo, volto a massimizzare le sinergie di costo e di ricavo tra le tre istituzioni». Di qui il desiderio del gruppo assicurativo di coinvolgere fin da ora la Banca Popolare Italiana nella valutazione di eventuali progetti industriali comuni ai tre gruppi che, non dimentichiamo, un’affinità l’hanno già espressa: l’estrazione cattolica.