In barba ai tagli previsti dalla finanziaria 2006, il Comune di Verona gioca la carta della finanza internazionale per garantirsi un bilancio a pareggio[//]. L’assessore al bilancio Giancarlo Frigo, con la sua “squadra” tecnica ha messo in campo un’operazione degna di un’azienda quotata e finanziariamente attenta alle opportunità di liquidità che possono arrivare dai mercati. Nella sede londinese di Merrill Lynch infatti, il Comune ha lanciato sul mercato dei capitali la prima emissione obbligazionaria eurobond targati Verona, per un valore di 256,8 milioni di euro. «Questo bond è stato pensato – spiega l’assessore Frigo – nell’ottica di rinegoziare e rifinanziare i mutui già in essere a condizioni economiche che permettono al Comune di generare significativi risparmi senza creare nuovo debito». La durata dell’emissione dei bond è ventennale con rimborso in unica soluzione a scadenza e la cedola del titolo è pari ad Euribor +0,13% su base annua. «Ci siamo presentati sulle piazze finanziarie europee – prosegue Frigo – con l’aspettativa di ottenere un Euribor +0,15%, ma gli investitori stranieri, visto anche il buon rating che Fitch ha attribuito a Verona, hanno scontato di 0,02 punti percentuali lo spread, a dimostrazione della stima sulla capacità della nostra città». Il bond infatti, ha ottenuto un enorme successo presso gli investitori europei con una domanda superiore di quattro volte del totale dell’emissione. A seguito del roadshow che ha toccato le piazze finanziarie di Francoforte, Parigi, Dublino e Londra, il bond è stato sottoscritto da investitori, banche, fondi ed assicurazioni, in tutta Europa entro pochi minuti dal lancio. «Siamo particolarmente soddisfatti – commenta l’assessore al bilancio – perché il risultato dell’operazione e l’interesse dimostrato dagli investitori internazionali ci ha consentito di veicolare al livello europeo il nome e l’alto profilo creditizio del Comune di Verona con eccezionali riscontri dall’intera comunità finanziaria europea». Assessore, quali sono stati gli obiettivi che vi hanno convinto a intraprendere la strada dei mercati finanziari europei? Verona oggi ha un indebitamento pari a 412 milioni di euro. Abbiamo pensato di sfruttare l’opportunità di legge per la quale un ente locale può rinegoziare i propri mutui a condizione che nella rinegoziazione ci sia un guadagno in termini finanziari. Il Comune ha 256 milioni di mutui rinegoziabili e per questo è stata fatta questa operazione. Con gli eurobond possiamo recuperare soldi in modo tale da annullare i vecchi debiti, consolidarli in un unico debito estinguibile attraverso il pagamento di cedole semestrali. Quindi una formula finanziaria per far quadrare il bilancio del Comune? Sapere che per 256 milioni abbiamo una scadenza di vent’anni è un dato positivo per pianificare i bilanci. È un’opportunità di diluire i debiti nell’arco di un periodo temporale importante. Il primo effetto economico è che dei 38 milioni di euro di mutui in bilancio, in questo modo posso ottenere un risparmio circa 8 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Adesso possiamo affrontare il bilancio 2007 con qualche preoccupazione in meno anche in ottica dei tagli previsti dalla finanziaria sui fondi per gli enti locali. Questo è un tassello importante che ci consente di far quadrare meglio le voci di bilancio. Operando con queste strategie finanziarie è pensabile una gestione pubblica locale indipendente dallo stato centrale? Innanzitutto premetto che il Comune di Verona è il primo comune medio-piccolo in Italia a fare un’operazione di questa portata. Stiamo aprendo la strada anche per altri comuni. Ci sono fino ad oggi due casi di regioni, la Campania prima e tra breve anche il Piemonte che hanno avviato iniziative finanziarie di questo tipo. Credo che sempre più nel prossimo futuro i comuni e più in generale gli enti locali dovranno operare con la logica dell’auto-finanziamento. Il federalismo fiscale deve passare anche da iniziative di questo tipo, gli enti locali ormai devono sapersi gestire finanziariamente e devono saper affrontare operazioni che non gravino sulle tasche dei cittadini. Ridurre la spesa dei mutui come nel caso del bond appena emesso ci consente di avere qualche risparmio e al tempo stesso di non aumentare i tributi locali. Tornando all’operazione appena conclusa, perché sono state scelte quattro piazze internazionali e non quella nazionale per emettere i bond? Ci siamo rivolti al mercato estero perché avevamo maggiori vantaggi. Inoltre queste piazze sono più convenienti economicamente. In ogni piazza abbiamo incontrato banche d’investimento di grande caratura che si sono dimostrate interessate alla nostra operazione. Il rating che ci aveva attribuito Fitch pochi giorni prima del nostro roadshow europeo era positivo: AA- stabile. Questo riconoscimento al comune ci ha permesso di sfruttare la leva della serietà del comune attribuitaci da Fitch collocando i bond senza nessun problema. Anzi, tre banche su tre piazze di quelle che abbiamo visitato erano disposte ad acquistare il pacchetto completo. Alla fine abbiamo optato per la scelta di distribuire su tutti e quattro i mercati finanziari i nostri bond, attribuendo all’operazione anche una valenza di marketing territoriale, di promozione della nostra città all’estero. Abbiamo dimostrato che il nostro Comune sa e può muoversi anche su piazze estere importanti.