I tribunali islamici continuano a condannare donne alle pena di morte. E il silenzio delle “donne in nero” e dei pacificisti a senso unico continua. Strano, no?
HAIL (Arabia Saudita) – Una vedova saudita, sei anni dopo la morte del marito, partorisce un figlio. Non essendo sposata, la donna ha «portato avanti una gravidanza illegittima»: per la Sharia islamica si tratta di adulterio. E per questo il tribunale di Hail in Arabia Saudita l’ha condannata a morte per lapidazione. [//] Caro Direttore, la terribile notizia sopra riportata è stata oggetto di un vivace dibattito pubblico e di una ferma presa di posizione da parte delle “Donne in nero”, di Emergency e delle Commissioni Pari Opportunità sparse sulla penisola (anche se alcune frange estremiste di queste ultime, peraltro, hanno proposto un disegno di legge per la lapidazione anche del maschio). Nessuna presa di posizione di Casarini e di Caruso, perchè erano impegnati in una serrata partita a Risiko nell’ultimo condominio di Via Anelli a Padova: hanno risposto di non rompere i coglioni perchè uno stava conquistando l’Australia ed era la fase decisiva del gioco. Saluti parimenti opportunisti. Massimo C. Denominatore