Una poison pill, una pillola avvelenata, dei vertici lombardi ai colleghi veronesi prima della fusione? oppure una vergognosa captazio benevolentiae in vista dell’assemblea che dovrà ratificare la fusione con la Popolare di Verona? Sia come sia, ma ai dipendenti della Popolare di Lodi sta per arrivare un bel regalo di Natale.[//] Secondo quanto riferisce il sito www.ilcittadino.it: «Un premio di fusione per i dipendenti della nuova Banca Popolare di Lodi Spa. La novità è contenuta nel prospetto presentato dalla Bpi ai dipendenti, che è stato diffuso unicamente all’interno dell’istituto di credito. “Una fusione tra eguali” si legge nel documento, una dozzina di fogli che hanno lo scopo di chiarire i contorni dell’operazione con Verona-Novara e offrire garanzie e rassicurazioni ai lavoratori. Da alcune parti la proposta del premio di fusione è interpretata come un’operazione dei vertici Bpi per tentare di rendere l’aggregazione meno indigesta ai dipendenti. Resta il fatto che la notizia sembra essere stata gradita, anche perché, durante la passata gestione Fiorani, si erano levate critiche sull’entità dei premi e sulla distribuzione all’interno delle varie divisioni dell’istituto. Il premio di fusione ai dipendenti della Banca Popolare di Lodi Spa (che sorgerà dall’aggregazione) è indicato sotto la voce “Benefit una tantum” e prevede la «contrattazione di un’ipotesi di erogazione premio di fusione per i dipendenti del Gruppo». Secondo il prospetto fornito ai dipendenti, la Banca Popolare di Lodi Spa sarà guidata da un tandem misto. L’amministratore delegato dovrebbe essere Massimo Minolfi, attuale direttore generale di Verona-Novara. Il direttore generale invece dovrebbe essere Luigi Negri, uomo storico della Lodi, impegnato nel coordinamento delle controllate Popolare di Crema e Popolare di Cremona. Dalla fusione dovrebbe nascere anche la Banca Popolare di Verona Spa: al timone dovrebbe insediarsi Franco Baronio, attuale direttore generale della Bpi, che ricoprirebbe l’incarico di amministratore delegato. L’holding (la nuova superpopolare) comprenderà, tra le altre, una Banca Popolare di Lodi Spa con circa 530 filiali. La Bpl controllerà a sua volta la Cremona, la Crema, la Bp Mantova e Banca Caripe. Come già annunciato, le casse di risparmio toscane (Lucca, Pisa, Livorno) formeranno un gruppo a parte, con circa 240 filiali, sempre all’interno della holding. Il documento presentato ai dipendenti Bpi prevede anche un potenziale partner assicurativo. Non è chiaro se il prospetto non sia stato aggiornato dopo la decisione di rompere le trattative con Cattolica oppure se la pista assicurativa verrà comunque perseguita, alla ricerca di un nuovo partner. Tornando alla fisionomia della nuova Banca Popolare di Lodi Spa, il presidente del cda sarà nominato dall’assemblea degli azionisti. Il consiglio sarà composto da un numero variabile di membri (potrebbero andare da 12 a 16): almeno i due terzi dei consiglieri saranno designati tra esponenti del territorio. Per quanto riguarda le ipotetiche ricadute occupazionali della fusione, su cui i sindacati hanno più volte chiesto chiarimenti, il prospetto distribuito dai vertici Bpi spiega che la banca si impegna «al mantenimento in Bipitalia City dei livelli occupazionali». Il progetto di fusione infine, dovrebbe garantire agli azionisti Bpi, sin dal primo anno, «un incremento del 30 per cento nell’utile per azione». L’articolo è del giornalista Lorenzo Rinaldi