Qualità, aggregazione e multifunzionalità. Queste le direttive per le aziende agricole enunciate nella ricetta del neo eletto direttore della Coldiretti Verona, Mauro Donda[//]. «Per continuare a competere e continuare a mantenere alta la bandiera dell’agroalimentare italiano sui mercati internazionali – spiega Donda – dobbiamo mettere in campo questo tridente d’attacco. Non credo che questo territorio abbia uguali in termini di variabilità e varietà delle produzioni e vi sono importanti aziende agroindustriali con le quali è necessario non solo collaborare, ma definire e intensificare i rapporti economici. Le condizioni potenzialmente favorevoli per un processo di crescita e sviluppo del settore ci sono tutte, se si sanno cogliere i trend in atto. A cominciare dalla maggior attenzione ad una produzione di energia eco-compatibile che apre la strada a nuove opportunità di reddito per le aziende coltivatrici di seminativi». Coldiretti Verona conta circa 20.000 soci, in aziende specializzate in coltivazioni che spaziano dall’ortofrutta, alla vitivinicoltura, a seminativi e tabacco per non parlare della zootecnia. «La dimensione aziendale di per sé non è necessariamente un limite, basta operare in rete – prosegue il direttore della Coldiretti – il mercato per le aziende agricole presenta dinamiche competitive molto più accentuate ed è molto più complesso di qualche anno fa, per cui se c’è un concreto pericolo di trovarsi produzioni straniere in casa propria, è anche vero, però, che il mercato offre grandi opportunità: spazi che prima non c’erano. Le nostre aziende debbono sapersi ritagliare nicchie di eccellenza, rivolgersi a consumatori che apprezzino la qualità e che quindi siano disposti a pagare il giusto prezzo per averla. La qualità si compone di tante variabili quante sono le esigenze di chi compra». Secondo il neo eletto direttore per rilanciare il settore agricolo è necessario elevare gli standard produttivi, certificando la qualità con le denominazioni di origine protetta e di indicazione geografica, proseguire sulla strada della tracciabilità delle produzioni, garantendo l’origine italiana delle produzioni agricole da monte a valle della filiera e elevare la qualità dei servizi offerti. Dal condizionamento al packaging, porzionamento incluso, alla logistica vera e propria. Un processo di crescita che Coldiretti accompagna, «con la propria società di servizi e consulenza mettendo le imprese nella condizione di utilizzare i numerosi strumenti attualmente a disposizione – conclude Donda – si pensi alla riforma del diritto societario che ha aperto spazi tuttora inesplorati sulle possibilità di aggregazione anche di sole aree o funzioni aziendali, consentendo alle imprese di fare fronte comune, senza per questo rinunciare alle specificità della proprie identità». La ricetta di Donda punta sull’enfatizzazione della qualità nei processi produttivi e su azioni per tutelare la genuinità delle nostre produzioni agricole. Per portare il settore ad una crescita è fondamentale rivedere l’intera filiera, elemento complesso ma determinante per vincere la sfida con i mercati emergenti. Friulano, nato a Udine 43 anni fa, sposato e con due figli di 6 e 4 anni, Donda è in Coldiretti dal 1993. Dal gennaio 2001 ha assunto la direzione della Coldiretti di Udine. Donda subentra a Lucio De Marchi che lascia l’incarico per raggiunti limiti di età, ma che manterrà un rapporto di collaborazione con Coldiretti, a livello nazionale.