Una mostra fotografica e un ciclo di incontri alla Società letteraria, per ripercorrere la vita e il pensiero della filosofa di origine tedesca, Hannah Arendt[//], in occasione del centenario della nascita. Si intitola “Il novecento di Hannah Arendt”, la serie di iniziative patrocinate dall’assessorato alle Pari Opportunità e Cultura delle Differenze e ideate dalla Società letteraria e dal Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Verona. La mostra dal titolo “Hannah Arendt 1906-1075: una biografia per immagini” rimarrà aperta fino al 23 febbraio. Divisa in cinque sezioni: “la lingua materna”, “la passione del pensare”, “noi profughi”, “oltreoceano” e “a casa propria nel mondo”, ripercorre la vita della pensatrice e il suo itinerario politico-intellettuale. In occasione dell’inaugurazione sarà proiettata un’intervista in lingua originale, sottotitolata, che la Arendt rilasciò alla tv tedesca nel ’64. Venerdì ha preso il via il ciclo di otto incontri, intitolato “Otto volte Hannah: un lessico politico”, che andrà avanti sino al 23 febbraio, sempre il venerdì dalle 16 alle 18.30. Incentrato su alcuni temi (o parole) chiave del pensiero politico di Hannah Arendt, il seminario sarà suddiviso in due parti. Gli otto temi scelti: menzogna, banalità del male, tempi bui, paria, umanità sionismo, terrore e campo, saranno introdotti dalla proiezione di un film cui seguirà una conferenza tenuta da esperti del pensiero della Arendt. “L’iniziativa – spiega l’assessore alle Pari Opportunità e Cultura delle Differenze Stefania Sartori – vuole essere un tributo all’intellettuale tedesca riconosciuta non solo come protagonista del pensiero femminista ma anche come intellettuale che ha da sempre definito il suo pensiero come autonomo da riferimenti di fede, di gruppo, di partito, né di destra né di sinistra, un pensiero che parte da una posizione molto personale, caratterizzata dal volere “comprendere””. Hannah Arendt nasce nel 1906 in un sobborgo di Hannover da un’agiata famiglia di origine ebraica laica. Dopo gli studi filosofici si trasferisce in Francia nel 1933 e infine negli Stati Uniti nel ’41. Figura di spicco dell’ambiente intellettuale degli esuli europei a New York, la Arendt è riconosciuta tra le interpreti più lucide della crisi politica nevecentesca. Informazioni sul programma degli incontri alla Società letteraria, in piazzetta Scalette Rubiani 1 (tel. 045 595949).