Coldiretti: «Speriamo nella neve di febbraio»
Inverno caldo e siccitoso: preoccupazione, ma non allarme Coldiretti Verona confida in un febbraio nevoso altrimenti si rischia di compromettere le riserve idriche per la prossima estate. Malattie e gelate improvvise sono, poi, i principali pericoli per le piante di questo insolito inverno. [//] Nessun allarmismo, ma qualche preoccupazione sì. Questo il commento di Coldiretti Verona sulle bizze di questo inverno caldo e siccitoso, con l’auspicio che neve, freddo e pioggia arrivino il prima possible. L’insolito e bucolico panorama che si può ammirare in questi giorni, rose in fiore e frumento verde e tenero che spunta dal terreno, è molto gradevole alla vista, ma le piante che non hanno trascorso un periodo di “letargo” potrebbero essere seriamente danneggiate dall’improvviso arrivo del freddo. In ogni caso, è prematuro fare bilanci della stagione, mancano ancora due mesi alla fine dell’inverno e Coldiretti confida in un fine inverno freddo e nevoso. “La nostra principale preoccupazione in questo momento è la mancanza di precipitazioni nevose – commenta Mauro Donda, direttore di Coldiretti Verona – che servono ad integrare le riserve idriche necessarie ai fabbisogni delle colture a fine primavera ed in estate, quando le piante sono nella massima fase vegetativa”. Il problema della siccità che ha interessato buona parte del Nord Italia durante l’estate 2006, qui a Verona, non si era posto proprio per le abbondanti nevicate cadute sulle Alpi l’inverno scorso. “Le precipitazioni dovrebbero arrivare – continua Donda – certo che, se si concentrano in un periodo di tempo limitato scivolano sul terreno secco e compatto, per effetto del dilavamento, non vanno a riserva, quindi è come se non piovesse. Se poi, le pioggie arrivano troppo abbondanti in primavera, quando è tempo di semina, si rischia di compromettere anche l’avvio delle nuove colture”. Il mancato arrivo del freddo e delle precipitazione porta due ordini di problemi: da un lato impedisce alle piante di raggiungere lo stato di dormienza, tronco e rami sono ancora ricchi di linfa e un’improvvisa gelata potrebbe provocare seri danni alle parti legnose, con gravi conseguenze per le capacità produttive. Dall’altro, come spiega Donda, “il freddo ha anche una fondamentale funzione di profilassi sanitaria, mancando le temperature rigide c’è il rischio che le piante siano più esposte ad alcune malattie. Questo lo potremo verificare solo in primavera con la ripresa dell’attività vegetativa”. In ogni caso, le foglie sono cadute e le piante sono in quiescenza nella maggior parte dei casi e gli agricoltori ricordano che di inverni miti la provincia veronese ne ha visti più d’uno, ma che nei corsi della stagione, complessivamente, i fabbisogni di ore di freddo necessari alle piante sono sempre stati raggiunti.