Un Soave all’insegna dell’internazionalità quello che ha fatto tappa a New York nel corso di un work shop organizzato dalla Regione Veneto e dedicato al Radicchio Rosso di Treviso.[//] Una presentazione in grande stile delle eccellenze del Veneto che è stata messa particolarmente in luce nel corso della conferenza stampa alla quale hanno preso parte note firme del giornalismo statunitense di settore. Soave è sinonimo di dieta mediterranea, di mangiar sano e di bere con gusto e leggerezza, tutti temi cari alla nuova cultura della tavola che sta pian piano radicandosi negli Stati Uniti. A questo proposito il lungimirante progetto della piramide della qualità, volto a creare una studiata differenziazione produttiva, rende oggi il Soave un vino eccellente per tutte le fasce di prezzo, adatto a tutte le tasche e soprattutto particolarmente calzante col mangiare moderno. Concordi i vertici regionali veneti presenti nella Grande Mela, secondo i quali è necessario muoversi in sinergia per esportare all’estero un vero e proprio sistema produttivo che porti in alto la bandiera del Made in Italy tout court. «New York rappresenta un trampolino di lancio privilegiato – ha sottolineato Arturo Stocchetti, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Soave e Recioto di Soave – per una denominazione come quella del Soave. Abbiamo i numeri dalla nostra parte e una qualità eccellente, senza contare che il Soave è stato il primo vino italiano esportato negli Stati Uniti ed è ancora oggi tra i più conosciuti. Ora si tratta solo di pianificare, con accurata strategia, le attività promozionali che intendiamo mettere in piedi, in sinergia con la Regione Veneto». Nel corso della conferenza stampa è stato sottolineato come il Soave si confermi ancora oggi la denominazione principale del Veneto, col 25% sulla produzione totale veneta di vini a denominazione. «Una bottiglia su quattro, nel parterre dei vini di qualità – ha commentato Stocchetti – appartiene alla Doc Soave. A favore di questo rapporto gioca anche la vendemmia 2006, da considerarsi storica per la garganega, tanto che le previsioni vendemmiali, espresse dal Consorzio di Tutela ancora in piena vendemmia, sono state confermate: 400mila sono gli ettolitri di Soave Doc, oltre 100mila gli ettolitri di Soave Classico, 27mila gli ettolitri di Soave Colli Scaligeri, 4000 quelli di Soave Superiore Docg, 2000 ettolitri infine per il Recioto di Soave Docg. Da questi dati emerge che la nostra denominazione vanta una produzione 2006 superiore ai 550mila ettolitri per un corrispettivo di più di 73 milioni di bottiglie. Sono numeri importanti supportati da una indiscussa politica della qualità che i produttori perseguono prima in vigna e poi in cantina. Numeri alla mano siamo adesso pronti per varcare l’oceano e portare il Soave nel mondo, più di quanto non sia stato fatto fino ad ora». I consumatori intanto, si legge in una nota di FEDERDOC in riferimento ad una recente indagine, sono ben predisposti verso una fascia particolare di prodotto: si registra un successo crescente per i vini caratterizzati da un buon rapporto qualità prezzo, da una riconoscibilità legata al vitigno o al nome di una grande zona di produzione, mentre il 70% dei dettaglianti americani vede nel buon rapporto qualità/prezzo il principale motivo d’acquisto e l’89% dei grossisti lo indica come primo motivo per promuovere vino.