Cinquanta sculture in ferro che sembrano uscire dai magazzini della storia. Sergio Billi ha girato per anni cercando e raccogliendo oggetti dimessi, ormai consumati dall’uso e logorati dalla ruggine, li ha poi assemblati e saldati a conseguire un’armata di figure che[//] propongono guerrieri, simboli tribali, totem. Figure forti, misteriose, di sicuro impatto evocativo, cariche di rimandi culturali, di allusioni, di riecheggiamenti, nell’apparente semplicità compositiva che si struttura assemblando e saldando a fuoco parti metalliche le più diverse sia per provenienza che per forma: (utensili o attrezzi da lavoro scartati, dismessi, abbandonati che, recuperati ed ricomposti con calibrato equilibrio, diventano altro, si nobilitano, si ridefiniscono, acquistano vita). È un esercito di figure in movimento che si mostra all’osservazione compatto e impenetrabile senza essere minaccioso, forte ma non aggressivo, in parata ma per aggregazione, per coerenza, per la carica vigorosa intrinseca ad ogni singolo elemento di cui è composta ciascuna opera. Sono UOMINI DI FERRO che sfidano il tempo e la ruggine, anzi proprio del tempo e della ruggine, della consunzione del metallo, del logoramento dovuto all’uso, del deterioramento delle varie parti di cui sono costituiti si esaltano, si animano, aggiungono valore alla forma, poesia alla scultura. Spazio-arte Pisanello Fondazione Toniolo Stradone S. Fermo, 2 ; apertura fino al 18 febbraio. Orario 16 – 19,30 lunedì escluso . Entrata libera.