Verona in pole poistion. Spetta all’assessorato alla Cultura del Comune di Verona il merito di avere allestito la prima retrospettiva europea del maestro Jerry Uelsmann. La mostra, curata dal fotografo Mauro Fiorese, presenta, attraverso una straordinaria sintesi di ben 45 anni di carriera, il mondo di questo visionario artista. Circa 90 opere originali[//] in Bianco e Nero, tutte stampate dall’autore dal 1961 al 2006 su carta ai Sali d’argento, nelle quali forma e contenuto si fondono restituendo un potere evocativo difficilmente descrivibile se non attraverso l’esperienza diretta con le immagini stesse. L’esposizione è arricchita da un cortometraggio-intervista realizzato con l’autore per questa esposizione. «La scuola di Jerry Uelsmann appartiene alla fotografia analogica, fatta di pellicola, chimica e carta ai Sali d’argento. Ma anche se le immagini di Uelsmann vengono convenzionalmente realizzate con la macchina fotografica, quello stesso strumento rimane per lui un semplice oggetto per “collezionare”. E per lui il lavoro prodotto con la fotocamera non rappresenta né un punto di arrivo ne’ il momento più creativo della sua produzione: le sue immagini, infatti, sono frutto d’esposizioni multiple in fase di ripresa, di sandwich fotografici composti con strati di pellicole e, soprattutto, di esposizioni multiple in fase di stampa dove egli mette in atto il vero processo creativo. (…) nelle sue immagini concetti come “fedeltà” o “realismo” fanno riferimento a descrizioni di stati d’animo interni più che a fenomeni esterni. Di sicuro esse non intendono essere documenti nel senso che non cercano di produrre prove visive plausibili ma cercano di mostrarci UN mondo – non IL mondo – attraverso metafore, segni e simboli che fanno parte di un vissuto non riconducibile a precise condizioni di tempo e spazio. Jerry Uelsmann viene spesso considerato uno degli autori capaci di aver ampliato il senso del termine fotografico violando letteralmente il concetto di testimone diretto e spontaneo di “un preciso momento spazio-temporale” e introducendo nel suo lavoro l’idea di tempo multivalente come alternativa al tempo lineare. (…)». (dal testo critico di Mauro Fiorese, curatore della mostra). Jerry Uelsmann è uno dei più grandi maestri della fotografia moderna e contemporanea. Nato nel 1934 a Detroit, fa parte di un selezionato gruppo di artisti che ha cambiato il linguaggio del mezzo fotografico. Fin dagli inizi della sua carriera, verso la fine degli anni ’50, divenne il pioniere di un nuovo approccio – diametralmente opposto all’estetica prevalente in quel periodo – che influenzò un’intera generazione di artisti e fotografi. Le sue immagini dal sapore onirico creano spontanee associazioni, riferimenti e omaggi alla pittura di Renè Magritte, alla psicologia di Carl Jung e alle fotografie di Man Ray. Realizzate analogicamente con sofisticate combinazioni di tecniche di ripresa e di stampa in camera oscura, le sue surreali composizioni hanno anticipato di decenni le immagini create attraverso la manipolazione digitale. Uelsmann ha studiato presso il Rochester Institute of Technology e alla Indiana University e ha insegnato per più di quaranta anni presso la University of Florida a Gainesville dove ancora oggi risiede insieme alla moglie e artista Maggie Taylor. I suoi lavori fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia del mondo e sono state esposte in numerosissime mostre personali, compresa quella che nel 1978 fu curata da John Szarkowski presso il M.o.M.A. di New York e che gli procurò il meritato riconoscimento internazionale.