Nuova contaminazione, tra antico e contemporaneo al Museo di Castelvecchio. «Appositamente pensata per sottolineare la riapertura dei camminamenti di ronda del castello scaligero e la collocazione nella torre dell’orologio della statua di Mastino II della Scala, l’installazione di Herbert Hamak intitolata Ultramarinblau Dunkel[//] Pb 29.77007 afferma Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio – arricchirà le nostre percezioni materiche, cromatiche e luminose e rinverdirà, con linguaggio contemporaneo, il nostro spirito araldico. Con ancora nella memoria l’esperienza con la quale, tra il 2004 e il 2005 Peter Eisenman trasmutò il cortile interno del Castello nel Giardino dei passi perduti , il lavoro di Herbert Hamak ci porterà su sentieri più rarefatti, ma ugualmente poetici ed esaltanti». L’opera di Hamak per Castelvecchio è costituita da una serie di 18 lastre lunghe 4 metri ciascuna che saranno poste a cavallo delle merlature: sono strutture in resina e pigmento blu intensissimo, un blu oltremare utilizzato di frequente dall’artista tedesco nei suoi lavori. L’installazione si impone come presenza fortemente strutturata, rigorosa, trasparente e allo stesso tempo ambigua. Se la trasparenza è tale da catturare la luce e trattenerla, l’ambiguità riguarda la consistenza vitrea della materia tra il solido, il liquido e l’aereo, le perturbazioni e i turbamenti interni, come di modificazioni già avvenute, esiti di un processo (con le sue fasi e le sue reazioni) che fanno in modo che “lo spazio visivo diventa come un susseguirsi di fotogrammi in un film, un nuovo modo di guardare il cielo. il castello e il camminamento diventano un nuovo osservatorio del cielo” Il procedimento con il quale Hamak giunge alla creazione di queste sue forme e colori è complesso e richiede lunghe sperimentazioni. E’ la risultanza di una fusione alchemica di pigmenti naturali e resine sintetiche, un lavoro a metà strada tra sperimentazione artistica e scientifica per un risultato che evoca contemplazione, intesa, luce, colori trasparenti. L’opera è pensata per interagire con la luce naturale in un contesto architettonico e storico di altissimo rilievo com’è quello del castello scaligero. Ultramarinblau dunkel PB 29.77007 si misurerà, nel rispetto assoluto del monumento, con la maestosità di Castelvecchio, con la città e il fiume e con l’immaginario che su questi luoghi si è stratificato. A tale proposito così risponde Hamak a Luca Massimo Barbero in una recente intervista : «il [mio] lavoro non è ne simbolico ne astratto. Sono profondamente impressionato da questo edificio. Lo uso come un pittore più convenzionale utilizza la tela e il telaio, io dipingo sull’edificio nello stesso modo. Questo tipo di intervento si colloca nella linea tradizionale dell’affresco». Questa installazione è successiva a quella realizzata da Hamak sulla facciata romanica del Duomo di Atri, alla recente collocazione di una “colonna” appositamente pensata e realizzata per il giardino della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, mentre precede l’ intervento annunciato allo Schnutgen Museum di Colonia. Così come avvenne per Eisenman, all’intervento nello spazio esterno farà da contrappunto, all’interno del Museo, nella Galleria delle Sculture, la presenza negli interni, alcune opere dell’artista realizzate con i medesimi materiali ma di forme, colori dimensioni diverse, in un rimando esterno-interno che è anche cifra del restauro complessivo degli spazi di Castelvecchio firmato, quarant’anni fa, da Carlo Scarpa. Proprio grazie a quel restauro, il Cortile di Castelvecchio è divenuto “luogo della forma” per eccellenza, usando l’espressione utilizzata da Gillo Dorfles e Licisco Magagnato per una loro memorabile mostra del 1981. Da allora questi straordinari spazi hanno accolto, tra gli altri, lavori di Piero Consagra, Gianfranco Pardi, Pino Castagna, Piera Legnaghi, Eliseo Mattiacci, tutti pensati per quel preciso contesto. Herbert Hamak nasce nel 1952 a Unterfranken e vive e lavora a Hammelburg. Sue mostre o installazioni sono state proposte da istituzioni, musei, gallerie di tutto il mondo.