La Costituzione italiana e i 50 anni dei Trattati di Roma: ecco come è andata
L’Europa come risorsa, l’Europa come trampolino di lancio per il Veneto. Si è chiuso a Mirano (Ve) il ciclo di conferenze che il Comune, in collaborazione con Unioncamere – Eurosportello del Veneto, ha dedicato a “La Costituzione italiana e la celebrazione del 50° anniversario della firma del Trattato di Roma”. All’ultimo appuntamento, che ha preso in esame la Giurisdizione Europea e i Trattati di Roma, hanno partecipato Gianni Fardin, sindaco di Mirano, Giancarlo Boccotti, assessore comunale alla Cultura, Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere – Eurosportello del Veneto, Paolo Pasqualis, in rappresentanza del Consiglio Notarile di Venezia, e l’avvocato Giovanni Tarlindano che ha presentato il proprio libro “La Giurisdizione dell’Unione Europea”, consegnato gratuitamente ai partecipanti.[//] “L’iniziativa di quest’oggi ha un valore particolare – sottolinea il sindaco Gianni Fardin – poiché, da quanto risulta sia a me che ad Unioncamere – Eurosportello, è l’unica fatta in Veneto in occasione dei 50 anni della firma dei Trattati di Roma. Nel 1957 i Paesi fondatori firmarono questo Trattato che però aveva radici ben precedenti, subito dopo la guerra mondiale. Ma nonostante lo spirito esacerbato dagli eventi bellici, ci fu la volontà di rimettersi assieme: Paesi invasi e Paesi invasori. Forse non abbiamo valutato appieno la grandezza di questi uomini che con la loro forza di volontà diedero vita ad un’Europa di pace. Da allora si sono fatti grandi progressi: dai sei Paesi fondatori si è passati a 27 e questo processo, per quanto complicato, ha permesso di raggiungere grandi obiettivi: pace, libertà e garanzia di diritti. Ma il percorso non è finito perchè, anche se 50 anni sembrano tanti nella vita di un uomo, rapportati al corso della storia sono un periodo breve. Ma serve coscienza in tutti i cittadini europei perché sono proprio i cittadini che devono portare avanti il percorso europeo e spingere i governi in questa direzione”. Dopo aver illustrato i principali trattati in 50 anni di Europa, a partire dalla storica firma a Roma del 25 marzo 1957 da parte dei sei Paesi fondatori che sancì la nascita della Comunità Economica Europea (CEE) – oggi Unione Europea (UE) -, Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere – Eurosportello del Veneto, ha analizzato i temi della cittadinanza europea, della libera circolazione di persone, capitali, merci e servizi e gli aspetti economici dell’Unione. “Un mercato in cui il gioco della concorrenza è libero è un mercato in cui le imprese, indipendenti le une dalle altre, rivaleggiano per attirare i consumatori – ha commentato Bellati nel suo intervento “Una storica firma” –. Si tratta di una concorrenza effettiva che offre un ambiente competitivo alle imprese, ma anche numerosi vantaggi ai consumatori. I successi dell’allargamento dell’Europa sono evidenti: maggior crescita e stabilità, più investimenti all’estero, un sistema finanziario più dinamico, la delocalizzazione minima e limitati flussi migratori dagli EU-10. L’Europa, quindi, ci conviene perché consente di stabilizzare un sistema economico e politico, permette di dar vita a un mercato unico in cui persone, merci, capitali e servizi possono circolare liberamente, agevola il potenziamento delle infrastrutture ed semplifica l’accesso ad un mercato del lavoro sempre più qualificato”. E in un simile contesto, in 50 anni di Europa il Veneto ha senza dubbio goduto di grandi vantaggi. “L’interscambio commerciale è cresciuto dal 20% al 61% del Pil regionale (44% del Pil italiano) dagli anni ’70 al 2000 – continua il direttore Bellati -. I flussi verso l’estero sono incrementati nello stesso periodo dal 10% al 38%, mentre il saldo commerciale con l’estero è salito dal 4% al 10% del Pil regionale. Il Veneto è secondo solo alla Lombardia per valore di esportazioni, passando dal 7% degli anni ’70 al 13% del flusso delle merci italiane all’estero. E l’Europa è il principale partner commerciale del Veneto, con flussi passati dal 46,4% nel 1980 al 59% nel 1995”. Infine Gian Angelo Bellati ha ricordato come l’attuazione del federalismo fiscale consentirebbe una migliore efficienza amministrativa, poiché i Paesi con un ordinamento federale (soprattutto Germania e Spagna) hanno costi di funzionamento tendenzialmente minori rispetto ai Paesi unitari. E a tal proposito ha citato il recente studio realizzato da Unioncamere del Veneto “I costi del non federalismo” presentato lo scorso 6 giugno e scaricabile sul sito www.ven.camcom.it. Durante la conferenza si è poi toccato il tema del futuro dell’Europa, analizzando il cosiddetto Piano D per la Democrazia, il Dialogo e il Dibattito, per promuovere il quale la Commissione Europea nel marzo del 2006 ha lanciato il sito “Debate Europe” (http://europa.eu/debateeurope) in 21 lingue – con una media di 200.000 visitatori al mese e 12.700 contributi – dove è possibile intervenire su tematiche che spaziano dalla giustizia sociale alla Costituzione, passando attraverso la religione e i futuri allargamenti dell’UE. Poi è stata la volta del programma “Lifelong Learning”, finanziato con un budget di 6.970 milioni di euro per il periodo 2007-2013 e rivolto all’educazione degli studenti (programmi Comenius, Erasmus e Leonardo da Vinci) ma anche alla formazione degli adulti (programma Grundtvig) con l’obiettivo, tra gli altri, di creare una migliore coesione sociale e sviluppare l’interazione fra i cittadini dell’Europa. Infine è stata fornita un’analisi dettagliata della giurisdizione europea, illustrata dall’avvocato Giovanni Tarlindano, autore del libro “La giurisdizione dell’Unione Europea”. L’opera, unica nel suo genere, mette in ordine le norme dei 27 Paesi Membri, secondo una logica comune ai vari ordinamenti europei, anche quelli privi di un codice, ma pur sempre dotati di raccolte. “Quest’opera è frutto di un lavoro di tre anni e mezzo dedicati al diritto comunitario – sottolinea l’avvocato Tarlindano -. La giurisdizione dell’Unione Europea è molto complessa e sotto certi aspetti limitata perché deriva da dei trattati. Ma se noi abbiamo l’Europa lo si deve alla Corte di Giustizia che ha costituito il diritto europeo. E’ fondamentale che le norme comunitarie siano conosciute da tutti, compresi i cittadini. E’ innegabile che l’introduzione di nuovi Stati Membri abbia creato nuovi problemi e per questo serve una rieducazione generale sul diritto europeo che troppo spesso viene mal interpretato. Nell’UE ci sono 27 Costituzioni e la stessa giurisdizione della Corte è sparsa in 7/8 testi a volte in contraddizione fra loro. Il mio lavoro è stato quello di raccogliere tutto questo materiale secondo una procedura comune”.