L’assemblea dei soci è fissata per venerdì 13 luglio, ma il consiglio d’amministrazione la sua decisione l’ha già presa: la Cantina Valdadige entra nell’orbita della Cantina di Mezzocorona, colosso trentino della cooperazione vinicola e player di rango sul mercato internazionale.[//] L’accordo al momento è esclusivamente di natura commerciale: Mezzocorona ritirerà dai soci della Valdadige tutta la produzione di uve che verranno lavorate nella cantina di Rivalta per poi essere consegnate come vino sfuso agli impianti trentini; dal mercato sparirà il brand Valdadige in quanto tutta la produzione andrà a supportare le linee commerciali trentine. Ai soci veronesi verrà riconosciuto un premio extra sul prezzo di conferimento delle uve, e della struttura direzionale della cantina rimarrà soltanto una piccola aliquota amministrativa. Della produzione attuale della Valdadige resterà soltanto una quota marginale destinata all’horeca della Terra dei Forti e al wine-shop di Rivalta. Mezzocorona ha vinto la concorrenza dei “cugini” di CaVit e di LaVis: in pratica si è riproposto dopo cinque anni (quando l’assemblea dei soci della Valdadige rifiutò un accordo con CaVit) il vecchio dilemma della Valdadige. Crearsi una propria struttura commerciale, valorizzare le proprie produzioni e conquistarsi un “posto al sole” di una certa rilevanza, oppure affidare a terzi rischi e valore aggiunto, come fatto nel passato dalle Cantine di Ala ed Avio, a pochi di chilometri di distanza dalla Valdadige. Il presidente della Cantina Valdadige, Virgilio Asileppi, sindaco del Comune di Brentino Belluno ed ex presidente dell’Aeroporto di Verona, ha dato le dimissioni dall’incarico. Asileppi era stato chiamato proprio nel 2002 per tentare il rilancio della Cantina, rilancio riuscito grazie anche a fondi di sviluppo della Regione Veneto finalizzati alla ristrutturazione della cantina ed alle politiche di marketing e branding. Politiche oggi vanificate dall’accordo con Mezzocorona, col rischio di aprire un nuovo capitolo nel confronto politico in atto fra Regione Veneto e Provincia autonoma di Trento nella gestione delle “aree di confine”: i fondi veneti, infatti, paradossalmente finiranno per rafforzare una realtà trentina che rimarrà saldamente legata al suo territorio, ben più ricco di quello veneto. In questi cinque anni, Cantina Valdadige aveva lavorato fortemente sul versante della qualità, dal vigneto alla cantina, valorizzando la produzione di Pinot grigio (inventandosi anche un Concorso internazionale), del vitigno autoctono Enantio e creando alcuni tagli bordolesi che avevano riscosso l’interesse e l’apprezzamento del mercato. Oggi Valdadige è presente in oltre tredici mercati internazionali. Da settembre tutto questo non ci sarà più.