Confcooperative Verona cresce: 406 le associate, il fatturato 2006 è stato di 2,2 mld di euro
Di fronte ai cahiers de doléances che si levano da diversi fronti del mondo economico e produttivo, la realtà di Confcooperative disegna invece un quadro positivo, che a livello veneto ha raggiunto quota 1350 per quanto riguarda le cooperative associate e il 7,7% del PIL, totalizzando un + 23% dell’utile accantonato in riserva, non distribuito e reinvestito nelle aziende per la ripatrimonializzazione. E’ con soddisfazione che il presidente regionale e provinciale di Confcooperative Bruno Nestori snocciola le cifre che ha comunicato in sede di conferenza organizzativa nazionale, convocata oggi a Venezia. Numeri confermati anche a livello provinciale, [//]con Confcooperative Verona che raggruppa allo stato attuale 406 associate con circa 50.000 soci, a conferma di un radicamento sul territorio che si fa sempre più solido. Quanto alle new entry, è di 40 associate nel 2006 e di 15 nella prima metà del 2007. “Tra queste – sottolinea il presidente – va segnalata l’adesione all’Unione Provinciale di due Banche di Credito Cooperativo, con cui sono state intraprese sinergie e rapporti collaborativi in fase di implementazione. Il fatturato totale delle associate a Confcooperative nell’anno 2006 supera i 2 miliardi e 245 milioni di euro. A fare la parte del leone è il settore agricolo, che annovera 12 cantine sociali di notevoli dimensioni, 55 cooperative ortofrutticole e 22 zootecniche. Ma negli ultimi anni è stato protagonista di una forte crescita soprattutto il settore del sociale, con 87 cooperative aderenti alla sezione di Federsolidarietà che svolgono un ruolo di importanza strategica nel dare risposte alle esigenze di tipo assistenziale che nella nostra società sono sempre più pressanti.” “La nostra presenza sul territorio si è tradotta anche nella crescita nei rapporti con la Politica locale – prosegue Nestori – e abbiamo posto in essere proficue collaborazioni con Provincia, Comune, Camera di Commercio, Fiera , Associazioni di categoria e Parti Sindacali. Il confronto e il dialogo costante con questi soggetti è indispensabile per giungere, ad esempio, ad elaborare un modello di politica abitativa abbinata alla politica del territorio, realizzando insieme alle amministrazioni locali interventi di edilizia residenziale protetta, come è stato fatto nel progetto pilota delle case Iscocap a San Giovanni Lupatoto. Nell’ambito del lavoro, vogliamo giungere, di concerto con gli enti pubblici, ad una modifica del criterio del massimo ribasso nelle gare d’appalto, perché favorisce chi opera lucrando illecitamente sui lavoratori più deboli. A questo proposito siamo a buon punto nella costituzione di un Osservatorio Permanente per le cooperative di Lavoro, settore dove la falsa cooperazione sta diventando un fenomeno pericoloso per la vera cooperazione. Di poche settimane fa è la firma di un protocollo d’intesa con la Provincia per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta nel collocamento. Altrettanto importante è la necessità, per le cooperative del settore agroalimentare, di rafforzarsi per essere competitive sui mercati, un obiettivo da raggiungere costituendo consorzi o società commerciali a salvaguardia delle tipicità dei nostri prodotti.” Per quel che riguarda i servizi alle associate, sono in continua espansione. “La Regione Veneto ha finanziato l’iter per l’ottenimento della certificazione ISO 9000 dei servizi erogati alle associate dal Centro Servizi di Confcooperative, – spiega il direttore Giovanni Aldegheri – certificazione attesa all’inizio del prossimo anno. Inoltre sono state sottoscritte convenzioni per seguire sotto l’aspetto finanziario le cooperative associate nelle pratiche Foncooper, Fondosviluppo, P.S.R., e fornire consulenza i tema di sovvenzioni e finanza ordinaria. Un altro ambito nel quale Confcooperative sta concentrando risorse è quella della formazione. IRECOOP Veneto è il braccio operativo che, in stretta collaborazione con il sistema delle imprese cooperative, garantisce servizi di formazione e consulenza qualificati, finalizzati a fornire professionalità necessarie a intervenire sui processi di innovazione nei settori agroalimentare, industriale, commerciale e terziario.” Con le medesime finalità è nato da pochi mesi il Gruppo Giovani Confcooperative Verona, che è stato coinvolto nella Scuola per l’Imprenditoria, percorso formativo realizzato con gli altri omologhi operanti nei diversi settori. Altri progetti sono in cantiere per stage formativi all’interno delle cooperative. Dunque Confcooperative cresce, ma il presidente Nestori tiene a precisare che la prospettiva futura, basata sull’aumento della patrimonializzazione e sull’incoraggiare l’aggregazione promuovendo partecipazioni e fusioni sul modello delle cantine sociali, non si realizzerà a prescindere dai principi fondanti della cooperazione, vale a dire mutualità, sussidiarietà e solidarietà. “Per quanto possano essere grandi i numeri – ribadisce il presidente – ogni cooperativa mantiene la propria identità, senza mai omologarsi alle aziende, che hanno obiettivi diversi. Quanto alla politica – conclude – ciò che chiediamo al governo è di operare in modo tale da mantenere le condizioni per un costante sviluppo della cooperazione. Continueremo a cercare il dialogo con tutti gli interlocutori politici, nel mantenimento della nostra autonomia e soprattutto senza prestarci a strumentalizzazioni che mirano a favorire l’una o l’altra parte.”