Il futuro delle fiere è nei poli espositivi macroregionali, così da garantire un’offerta «completa» alle diverse filiere produttive del territorio e soprattutto il superamento dei diversi «campanilismi» che spesso sfociano in «cannibalismi».[//] E’ il messaggio lanciato oggi a Bologna da Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere e vicepresidente nazionale di Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), intervenuto al convegno sul «Sistema fieristico regionale nel sistema fieristico nazionale» a cui hanno partecipato il ministro per il commercio estero Emma Bonino e i vertici dei principali centri fieristici italiani. L’incontro, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del «Forum dell’export e dell’internazionalizzazione in Emilia-Romagna», ha permesso di affrontare problemi e prospettive di un settore in forte evoluzione, fondamentale per la promozione del made in Italy nel mondo. «Le fiere», ha spiegato Mantovani, «sono lo strumento privilegiato, sia diretto che indiretto, per far conoscere al mondo i prodotti delle piccole e medie imprese, l’80% delle quali utilizza tale vetrina espositiva per presentare le proprie novità. Se questo canale si indebolisce a causa del prevalere di logiche campanilistiche, o peggio, cannibalistiche, a rimetterci è l’intero sistema economico. Bisogna perciò cambiare direzione, privilegiando la collaborazione tra poli e soprattutto tra territori, ragionando in una logica regionale e di filiera territoriale». Il mercato fieristico italiano, ha ricordato Mantovani, è costituito da un migliaio di manifestazioni, di cui il 20% internazionali e l’80% nazionali-regionali, per circa 7.5 milioni di metri quadrati venduti, 160mila espositori complessivi e circa 20 milioni di visitatori. «L’attività delle fiere», ha sottolineato citando elaborazioni di Veronafiere sui dati nazionali, «sta però registrando un andamento altalenante dei parametri di riferimento: aree locate – 3%, espositori – 5% e visitatori – 4%. Colpa di un mercato maturo, sia in Italia che in Europa, che sta facendo sempre più spazio alle fiere in Cina, India, America Latina ed Est Europa. Troppi doppioni di manifestazioni, troppa deregulation nel comparto, con il risultato di una perdita di competitività dell’intero sistema». La soluzione, secondo Mantovani, «è di creare poli fieristici macroregionali, che razionalizzino l’offerta di rassegne mantenendo la specificità dei diversi centri». «Stiamo lavorando in questo senso per realizzare una rete tra Verona, Vicenza, Venezia ed altri operatori del Nord-Est», ha concluso, «un polo che nel rispetto dei diversi territori sia capace di garantire agli operatori il meglio dell’offerta e della promozione di servizi e prodotti. Il Paese avrà in questo modo dei grandi poli fieristici capaci di dialogare tra loro e operare con forza all’estero».