“La Verona che vogliamo” il tema dell’assemblea del 22 ottobre al Teatro Nuovo Un confronto tra politica, economia e società per scegliere e progettare il futuro. [//]Creare e mantenere competitiva un’impresa oggi in Italia è più difficile che mai, e non è colpa solo della concorrenza globale o dei ritardi strutturali che affliggono il Paese: è una crisi profonda, che nasce dalla frattura apparentemente insanabile tra una politica fatta di promesse non mantenute e vecchi miti ideologici e un sistema imprenditoriale che per svilupparsi ha bisogno di progetti ed efficienza. Il tema della libertà economica e dell’importanza di regole condivise per la crescita delle aziende e della comunità è stato al centro del tradizionale convegno di Capri dei Giovani imprenditori di Confindustria, intitolato appunto “Libera impresa in libero Stato”. La tesi di fondo, sulla quale hanno convenuto imprenditori e politici, spesso con toni molto critici nei confronti dell’attuale impostazione di governo, è che sia necessario e urgente un cambio di rotta e di velocità, con pochi obiettivi concreti sui quali impegnarsi da subito. Nel suo intervento alla tavola rotonda su fisco, spesa pubblica e investimenti, il presidente di Confindustria Verona Gian Luca Rana ha sottolineato che nonostante il mercato globale sia ormai nei fatti, alle imprese italiane mancano le condizioni per competere all’estero ad armi pari. Uno stallo che penalizza in particolare le aziende del Nord, abituate da sempre a “tacere e tirare” senza certezze, tra mille ostacoli. “Ci arrangiamo perché siamo italiani, ma c’è un limite – ha detto Rana tra gli applausi –: non si può sempre tirare a campare. A ogni Finanziaria dobbiamo modificare i bilanci, mentre la certezza fiscale è importantissima per pianificare una strategia aziendale”. Tra i Giovani Imprenditori cresce quindi l’insoddisfazione verso uno Stato e una politica lontani, incapaci di offrire strumenti di competitività, pronti a coprire le inefficienze e a far lievitare la pressione fiscale sulle aziende e sui cittadini in cambio di servizi scadenti. La stessa Finanziaria lo scorso anno ha annullato i vantaggi del cuneo fiscale, e il presidente del Gruppo Giovani di Verona, Carlo De Paoli, teme che anche quest’anno finisca così: “Per far ripartire l’economia occorre ridare i soldi alle imprese che investono, detassando gli utili – ha detto –. E vanno anche detassati i premi di produzione e gli straordinari, per retribuire meglio i dipendenti e spingere i consumi”. E nonostante si respingano le facili suggestioni dell’antipolitica, cresce la voglia di cambiare. Tanto che uno degli slogan non ufficiali di Capri lascia poco spazio a equivoci: “Il domani è adesso, o non ci sarà domani”. Un’impostazione che coincide con il tema della 47ª assemblea dei Giovani Imprenditori di Confindustria Verona, in programma lunedì 22 ottobre alle 17.30 al Teatro Nuovo: “La Verona che vogliamo”, ovvero quali scelte prioritarie compiere in tempi brevi per garantire al territorio un futuro di sviluppo, figlio dei successi del passato e del presente. “Verona possiede cultura e spirito d’impresa, coraggio di rischiare e capacità di interpretare i mercati – spiega De Paoli –: ma per riavviare la crescita occorre soprattutto identificare le urgenze e gli interventi da compiere. In una parola: decidere. A confrontarsi su questa sfida e a condividere una visione e un percorso di sviluppo chiameremo le forze attive dell’economia, della politica e della comunità, che hanno la responsabilità di progettare il futuro e possono incidere davvero”.