I salari in Italia sono troppo bassi e questo sta creando problemi sociali crescenti. L’ammissione-provocazione viene dal presidente di Confindustria Verona Gianluca Rana, tra i relatori della tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Giorgio Zanotto su «Stato sociale e cultura d’impresa», svoltasi alla Gran Guardia. [//]Con lui si sono confrontati sul tema del rapporto tra economia e benessere collettivo l’ex ministro del Lavoro e senatore Tiziano Treu, Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl e attuale presidente della Fondazione per il Sud e Luca Antonini, docente di Diritto costituzionale dell’Università di Padova. A stimolare il dibattito don Adriano Vincenzi, vicario episcopale per la pastorale della Cultura dell’università e per la Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Verona. “Le imprese sono consapevoli che l’aspetto sociale non si può eludere – ha affermato Rana – ma non possono farsi carico di compiti che non gli competono, anche se capita sempre più di frequente che i dipendenti cerchino nell’azienda il punto di riferimento anche da questo punto di vista. Significa che servono risposte immediate e non programmatiche.” Per Treu welfare significa liberare l’economia e sostenere le persone in relazione ai bisogni generazionali e familiari attuali, ben diversi rispetto a venti o trenta anni fa. Il senatore ha poi insistito sulla necessità di colmare il deficit educazionale che caratterizza il Paese e di investire sulla ricerca di base. Pezzotta ha avuto parole severe nei confronti della politica, che “non funziona e impedisce allo stato sociale di funzionare.” La soluzione per l’ex leader della Cisl passa dalla valorizzazione del no profit e del volontariato. Sulla stessa lunghezza d’onda il professor Antonini, che, stigmatizzando le troppe istituzioni pubbliche funzionali a se stesse, ha posto l’accento sulla necessità di investire sulle reti comunitarie, espressioni vitali ed efficaci della società civile. Il presidente della Fondazione Giorgio Zanotto, Carlo Fratta Pasini, da parte sua ha sottolineato che un’assunzione di responsabilità collettiva da parte di tutti gli attori coinvolti porterebbe ad intervenire efficacemente su tanti bisogni della società, dalla sanità all’assistenza.