La città ideale per i più piccoli ancora non esiste, si può solo inventarla Torino guadagna quest’anno il titolo di città più attenta alle esigenze dell’infanzia. Torino è in testa alla classifica, seguono a breve distanza Ravenna, Roma e Modena. I capoluoghi vincitori sono stati premiati oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa in cui Legambiente ha presentato l’indagine Ecosistema Bambino, l’annuale classifica delle città italiane che mette in luce buone e cattive politiche rivolte ai più giovani e assegnando simbolicamente caramelle ai più meritevoli e carbone ai più negligenti. Torino vince [//]per aver dimostrato di essere dotata di uffici comunali competenti, capaci di dare continuità ai progetti rivolti ai ragazzi nel corso del tempo nonostante i cambi di giunta. Interessante l’esperienza del laboratorio “Città sostenibile”, un organismo che vede coinvolti più assessorati per promuovere qualità della vita urbana e partecipazione dei bambini. Ravenna è la migliore tra le città di una Regione tradizionalmente attenta alle politiche sociali e quindi anche a quelle dedicate ai più giovani, ma anche per aver saputo integrare, in seno ad Agenda 21 piani d’azione junior e adulti sul tema della sostenibilità. Roma primeggia per la ricca offerta di stimoli e iniziative culturali, per i tanti progetti, in periferia e in centro città, dentro e fuori dalla scuola: “Città come scuola” ha coinvolto 150mila studenti. Modena viene premiata per l’ampiezza di iniziative e la continuità dell’impegno a favore dei bambini dimostrata negli ultimi dieci anni: con il progetto “Conosci l’energia” i ragazzi possono diventare energy manager per ridurre i consumi e l’inquinamento a casa e a scuola.

Giusto segnalare la continua salita di Verona, che passa in pochi anni dal 73^ posto del 2005, alla 34esima posizione del 2006 per salire fino al 23° posto dello scorso anno e fare un ulteriore passo in avanti alla 22esima posizione di quest’anno. Verona sale nella classifica di Legambiente perché ha attivato negli ultimi anni politiche di attenzione verso i più piccoli. Le più significative sono le seguenti: Forme di partecipazione previste per gli under 14 Incontri con il Sindaco e con il Consiglio Comunale Coinvolgimento dei ragazzi nella gestione del proprio quartiere (cura del verde e piantumazione di alberi) Progetto “Vado a Scuola da solo”- Progetto “Avventura in città” Strutture e spazi a disposizione Aree riservate ai bambini nei 7 musei civici Teatro per ragazzi Ludoteche Sezioni per ragazzi nell’ambito delle biblioteche comunali Soggiorni e campi estivi per ragazzi in città e fuori città Corsi e laboratori su educazione stradale, promozione alla lettura Iniziative specifiche Maggioscuola. Il Palazzo della Gran Guardia per 17 giorni è stato completamente dedicato alla scuola che incontra la città. Oltre 10.000 visitatori, più di 3.000 le opere esposte, spettacoli, rappresentazioni, saggi, convegni, laboratori, di tutte le scuole della città di Verona. Mondadori Junior Festival. Oltre 60 eventi dedicati esclusivamente ai bambini e ai ragazzi suddivisi in 4 filoni tematici: Incantesimi di palcoscenico, Lo faccio anch’io, Per divertirsi imparando, Conoscere il Mondo. La manifestazione nei quattro giorni ha coinvolto il Palazzo della Gran Guardia e numerosi altri punti del centro storico portando più di 70.000 visitatori. Si vedono, quindi, i primi risultati delle politiche per l’infanzia adottate dall’Amministrazione Comunale di Verona, che molto si è spesa su queste tematiche negli ultimi anni. “Opportunità di partecipazione in un ambiente più sicuro e pulito sono i requisiti per consentire la formazione dell’identità sociale dei giovani – dice Legambiente Verona – ma l’obiettivo di consentire ai ragazzi di essere realmente partecipi della cosa pubblica è ancora lontano. Il nostro scopo non è dare premi e riconoscimenti ma creare confronto e dialogo affinché le cose dei più piccoli siano un progetto ampio e condiviso da tutti”.

Ma esiste una città ideale per essere piccoli? Non proprio, forse bisognerebbe inventarla. Oppure farla inventare direttamente ai più piccoli, visto che gli adulti hanno dimostrato di non essere in grado, o quantomeno di essere “distratti” da altre faccende. Se ci fosse, comunque, secondo lo studio di Legambiente la città a misura di bambino sarebbe in Emilia Romagna, perché è la regione che ha saputo più di tutte coordinare i servizi con gli strumenti di partecipazione, ma avrebbe gli uffici a Torino, Le attività si svolgerebbero a Roma, infine le energie per affrontare il lavoro con il contributo dei più piccoli sarebbero in Sicilia, per la precisione a Caltanissetta, dove il Comune ha deciso di avviare un interessante percorso partecipato di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. Insieme all’edizione 2008 di Ecosistema Bambino, Legambiente ha anche voluto tirare un bilancio dopo dieci anni di indagine. Ne è emersa una speciale top ten che sul decennio vede Modena al primo posto, quindi Pistoia, Torino, Pesaro, Siena, Piacenza, Belluno, Reggio Emilia, La Spezia e Firenze (Verona è al 38^ posto). Ma se ne trae anche la magra considerazione che, in oltre un decennio, sul fronte delle politiche dedicate all’infanzia nelle città del nostro Paese si è mosso poco. I Comuni, dopo un iniziale entusiasmo che in molti posti, per esempio, ha portato alla nascita dei consigli comunali dei ragazzi hanno dato più spazio alle parole che hai fatti. “Oggi non si può più parlare di città dei bambini come si faceva dieci anni fa – spiega Legambiente Verona -. Bisogna ritrovare un progetto comune che torni a puntare su un investimento sociale e culturale della scuola, che non emargini le famiglie, che sfrutti le competenze educative del territorio. Insomma, le città a misura di bambina e bambino, in attesa di primi cittadini coraggiosi, rimangono un’utopia”. I parametri presi in esame da Ecosistema Bambino 2008 vanno dagli strumenti di coinvolgimento messi in campo dalle Amministrazioni (consulte giovanili, consigli comunali dei ragazzi, incontri e occasioni di confronto con le istituzioni), alle forme di partecipazione (azioni di adozione del territorio, progettazione partecipata), alla presenza e al funzionamento di strutture e uffici dedicati ai giovani, alla quantità e qualità dell’offerta culturale (musei, aree riservate, eventi, teatri, ludoteche, biblioteche), alle iniziative di promozione culturale e sociale ad hoc per i cittadini più piccoli (pubblicazioni e riviste per ragazzi, manuali educativi, feste, rassegne cinematografiche, soggiorni in città e fuori città, corsi, laboratori, ecc…).

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