“Per rispondere alle attese e alle esigenze di marketing delle aziende italiane vogliamo costituire un wine board, un comitato per affrontare il problema dei dazi doganali”: Questa la dichiarazione fatta oggi dal ministro indiano del food processig Subodh Kant Sahai a New Delhi all’inaugurazione della seconda tappa di Vintaly India. Un’apertura che fa ben sperare per un’ulteriore spinta dell’export enologico nazionale in questo mercato. Nonostante le ottime performance delle esportazioni di vino in India (+75% nel 2006, +23% in valore e +21,5% in quantità nei primi nove mesi del 2007, pari a 1,1 milioni di euro e oltre 202 mila litri), infatti, le aziende sono frenate da un dazio del 150%, al quale si aggiungono le accise dei governi locali, [//]che ad esempio nello Stato del Maharashtra, il maggior consumatore di vini importati, sono state recentemente innalzate al 200%. “L’India – ha dichiarato il ministro per le politiche agricole Paolo De Castro in missione diplomatica in India e presente all’inaugurazione di Vinitaly – ha dimostrato nei dialoghi di ieri con le delegazioni presenti di essere sulla strada giusta per diminuire questa barriera e la presenza di Vinitaly rappresenta un’opportunità di business”. «Veronafiere – ha proseguito il ministro – ha dimostrato con i suoi progetti di internazionalizzazione di ottenere risultati concreti che soddisfano le aspettative delle aziende e delle istituzioni. L’auspicio è che il 2008 veda ulteriori passi avanti». “La nostra manifestazione – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è l’unica mostra dedicata ai vini italiani e dopo tre anni di presenza diretta in India con il brand e il know-how di Vinitaly il riscontro è molto positivo”. Soddisfatte le oltre 70 aziende espositrici per i numerosi contatti con i buyer indiani. La prima giornata di Vinitaly India a Mumbay il 15 gennaio ha riscosso notevole successo di pubblico, con una presenza di operatori specializzati che ha superato quota 500, mettendo a segno un +50% rispetto al 2007. Oltre 500 i buyer arrivati nelle prime ore di manifestazione a New Delhi, con una proiezione che porta il numero complessivo di operatori presenti a Vinitaly India a 1.200. Nel 2006 i prodotti enologici hanno rappresentato la principale voce dell’esportazione agroalimentare italiana sul mercato indiano. Il numero di brand e di etichette è ormai elevato, rappresentato soprattutto da prodotti di categoria premium, in particolare della fascia fra i 17 e i 37 euro, ma nella ristorazione di lusso i prezzi partono dai 35 euro per arrivare fino ai 100-150 euro di un Brunello o di un Barolo. I produttori vitivinicoli italiani hanno scelto di puntare in India su un mercato qualificato, trainati dalla ristorazione di lusso apprezzata dalle fasce sociali più abbienti. In questo segmento, la cucina italiana è diventata leader con circa il 30% della ristorazione cosiddetta “fine dining”, ma è prevista un’evoluzione anche negli altri canali di vendita e già sono all’opera i wine educator, che offrono consigli per migliorare le strategie di vendita al dettaglio. “Il vino è in crescita nel nostro Paese – ha dichiarato il ministro Subodh Kant Sahai – anche perché i medici indiani stanno consigliando il consumo di un paio di bicchieri di vino rosso al giorno”. Questo, in un Paese tradizionalmente e fortemente orientato ai superalcolici, può favorire un cambiamento delle abitudini, mentre la passione per l’italian style favorirà sicuramente un incremento delle importazioni dall’Italia.