Politiche 2008: e se la riforma elettorale la facessero gli elettori?
E se la riforma elettorale la facessero gli elettori? I partiti hanno dimostrato tutta la loro incapacità di riformare e riformarsi. Ma anche di gestire l’esistente. Si va dunque alle elezioni con il “porcellum”, da tutti criticato ma sopravvissuto a tutte le accuse.[//] È una cattiva legge elettorale non tanto -come dicono- perché non garantisce la governabilità (nessuna legge elettorale può superare l’indicazione dei consensi) ma piuttosto perché è una legge offensiva degli elettori, che concentra il potere di nomina del Parlamento nelle mani di pochissimi capi. Ma forse qualcosa si può fare per dare al sistema maggiore funzionalità, per concentrare sulle forze più grandi e significative il potere di governo senza il potenziale ricatto di ogni singola, anche minima, formazione o addirittura di singoli parlamentari. Va dato a Veltroni che ha messo in moto un meccanismo di autonomia elettorale del Partito Democratico che -se premiato degli elettori- darà una scossa significativa al centrosinistra. Nel centrodestra l’idea di riunire i tre partiti storici della casa delle libertà e di integrare solo le forze minori fidate (e sono assai poche) può portare ad una più amalgamata concentrazione di consensi. In sostanza, senza sforzi impossibili, si metterebbero le basi per una riforma maggioritaria e bipolare. È l’ultima chanche per i partiti, di salvare un minimo di rapporto con gli elettori dando un segnale di forza, di novità, di svecchiamento. Con questa brutta legge si può fare qualcosa di buono. Veltroni, sapendo di perdere la prossima chanche, guarda più avanti, alla sinistra di governo, moderata e più controllabile. Berlusconi, sapendo di vincere questa ultima partita, può rinnovare sia la classe dirigente che il programma. Saranno gli elettori a decidere,votando le aggregazioni più forti, superando i frazionismi. L’accordo tra Berlusconi e Veltroni, dopo le elezioni, per fare le riforme essenziali sarebbe più facile, con i due leaders già legittimati dal consenso elettorale e liberati dalle “mosche cocchiere” che, in questo sistema, si sono sentite delle aquile. Per avviare una seria governabilità.