Di fronte alla violenza cinese contro la cultura e la libertà del Tibet, si va agitando dal tempo la minaccia del boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino. Prima la non partecipazione, poi una protesta meno dura, poi ancora la assenza dalla inaugurazione: ci attendiamo una unanime decisione per un telegramma con l’invito alla moderazione.[//] Moderazione per i governi e ormai il termine nobile dell’essere pusillanimi, spesso cinici ed immorali, ma con il vestito della festa. Dai governi non c’è da attendersi molto di più perché non possono e non vogliono fare molto di più, nel segno dell’interesse economico dei grandi gruppi che rappresentano più dello spirito dei loro popoli. Non avendo risposta dei governi l’unica alternativa può essere quella dei popoli. Dagli intellettuali, dai comunicatori, degli uomini liberi e pensanti, per far sentire al governo cinese il peso dell’isolamento morale e politico. Dai cittadini consumatori con una consapevole ed evidente azione popolare di boicottaggio di ogni prodotto cinese o ad esso collegato, argomento economico ben più sentito di quello etico da parte di chi all’etica non crede. Il sostegno al Tibet, al Dalai Lama, al suo pacifismo, alla libertà religiosa e morale è un imperativo che deve caratterizzare quel che resta dello spirito laico occidentale, teso alla difesa di tutte le libertà ed in primis di quella religiosa, contrario alle religioni di Stato ed agli Stati “religiosi”. La religione, la libertà, i diritti fondamentali appartengono ai cittadini, ai popoli.. Certe confusioni sono pericolose: il Papa che non riceve e non sostiene il Dalai Lama, per real politik con Pechino, sembra agire come capo dello Stato vaticano agire che come capo della cristianità. Il Presidente del Consiglio che fa altrettanto, trincerandosi dietro il cerimoniale, rappresenta più che “l’esprit de peuple” del suo paese lo spirito della Confindustria. Il silenzio dei manifestanti professionali e piazzaioli, carichi di bandiere arcobaleno, non sorprende più chi ne conosce le finalità di bottega, ma dovrebbe far riflettere le persone in buona fede. Che siano dunque i popoli a reagire, consapevoli che ogni violazione di libertà, ovunque si compia, avvia altre violazioni, fino anche a giungere ad ognuno di noi. Altrimenti è inutile celebrare la resistenza e la lotta per la libertà.