Sono positivi e incoraggianti i segnali che emergono dall’indagine trimestrale sull’industria manifatturiera scaligera, curata dal Centro Studi di Confindustria Verona. L’economia della provincia sembra ritrovare una spinta competitiva, invertendo la tendenza degli ultimi mesi. La produzione aumenta e gli investimenti si fanno più consistenti. In linea col timido recupero del Prodotto interno lordo a livello nazionale, si conferma anche un miglioramento generale, sostenuto da livelli di occupazione sostanzialmente stabili.[//] Analizzando nel dettaglio i dati a consuntivo del primo trimestre del 2008, si evidenzia un aumento tendenziale della produzione del 2,1% e la previsione che, nel secondo trimestre dell’anno, si potrà assistere a una crescita pari all’1,7%. I dati veronesi mostrano una spinta propulsiva maggiore rispetto a quanto rilevato sia livello regionale (+0,2%) che a livello italiano, dove si assiste al limitato recupero del Pil nel primo trimestre 2008. Il dato nazionale si attesta a +0,1% sul trimestre precedente, secondo le stime del Centro Studi Confindustria, dopo la netta caduta nel quarto trimestre 2007 (-0,3%). Il parziale rimbalzo è guidato dalla produzione industriale in leggero aumento, affiancata da un miglioramento del fatturato e degli ordinativi e da una continua espansione dell’export. Il livello dei consumi mostra comunque delle difficoltà, sia sul piano nazionale che su quello provinciale. A Verona gli ordini calano dello 0,8%, nonostante sia previsto un aumento nel secondo trimestre dell’anno. A essere più in difficoltà sono gli ordini interni: infatti a livello nazionale calano i consumi (-0,5% nel primo bimestre) e appare in flessione anche il clima di fiducia delle famiglie, la cui dinamica di spesa peggiorerà nel corso della primavera, secondo i dati del Centro Studi di Confindustria. Per quanto riguarda invece gli ordinativi esteri, per Verona il quadro generale si mantiene di segno positivo. Le previsioni sono ottimistiche (si prevede un +2,8% nel secondo trimestre 2008), sostenute da un incremento delle vendite del 2,3%. La quota di produzione esportata si assesta al 40% sul totale del manifatturiero provinciale. “Il sistema industriale veronese sta registrando una performance di segno positivo in tutta la prima parte del 2008, nonostante a livello nazionale la crescita sia quasi ferma – sottolinea il direttore di Confindustria Verona, Rita Carisano. – Si tratta di un risultato di grande valore per l’economia locale, che conferma come stia avendo successo lo sforzo di modernizzazione compiuto dalle imprese per conquistare l’eccellenza in un mercato reso sempre più difficile dalla concorrenza e dai costi delle materie prime”. “E se gli incrementi della produzione e dell’export testimoniano la competitività e il grado di internazionalizzazione delle aziende, gli investimenti in crescita e la stabilità occupazionale – aggiunge Rita Carisano – testimoniano che gli imprenditori nutrono fiducia in uno sviluppo equilibrato e sostenibile, capace di guardare già a un’economia pienamente ristabilita”. Anche a livello nazionale la forza della domanda interna dei paesi emergenti e la crescente internazionalizzazione delle imprese, a fronte della stagnazione di consumi e di investimenti in Italia, hanno sostenuto la nostra economia e compensato la perdita di competitività causata anche dal rialzo dell’euro, che si è apprezzato del 7,5% nell’ultimo anno. Un segnale di attenzione proviene dai dati del primo trimestre 2008 sui prezzi delle materie prime che emergono dall’indagine trimestrale dell’industria manifatturiera veronese. Infatti si registrano rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente incrementi considerevoli: mentre è del 6,6% l’aumento del primo trimestre dei prezzi delle materie prime, l’incremento per i prodotti finiti è pari al e 4,5%. Anche a livello nazionale si assiste a crescite in questo senso, con le quotazioni delle materie prime che hanno registrato un nuovo balzo nella prima metà di aprile: +0,6% su marzo in base all’indice CSC-euro. La spinta al rincaro è venuta però solo dai combustibili (+1,3%), mentre gli alimentari sono scesi del 3,5% e i non alimentari dell’1,5%. La variazione annua ha rallentato al +23,4% (dal 29,3% di marzo), ma il petrolio ha toccato un nuovo record a 116,1 dollari per barile (Brent). Anche in euro il greggio è al picco storico (a quota 72,5), ma è cresciuto molto meno che in dollari: +73,5% da gennaio 2007, contro +113,1%. Ciò grazie all’indebolimento della valuta americana, che però contribuisce a far salire le quotazioni in dollari.