Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola, presentando i dati economici di pre-chiusura del 2008, in occasione dell’ultima riunione dell’anno del CDA, ha comunicato: “Una chiusura più o meno al livello dello scorso anno, che era stato molto positivo con un fatturato di circa 60 milioni di euro; una contenuta erosione dell’EBITDA, che rimane comunque attorno al 30% e, anche se con cautela, non sono negativo rispetto al 2009, pur conscio della situazione generale di difficoltà economica.” Un 2008 positivo, quindi, nonostante le difficili congiunture internazionali: innanzitutto, si è risentito dell’indebolimento del dollaro e delle monete correlate, essendo Masi Agricola azienda a forte propensione all’export, con il nord America come principale mercato (42% del fatturato). La perdita subita è stata stimata in 2 milioni di Euro nel cambio e, di conseguenza, nel fatturato. Altri elementi critici, il permanere dei costi elevati principalmente per i prodotti della Valpolicella e, dopo un Vinitaly particolarmente positivo, le difficoltà crescenti come effetto della crisi internazionale, che si sono accentuate nella seconda parte dell’esercizio. [//] La strategia aziendale di espansione sui mercati internazionali attraverso nuovi filoni di sviluppo, già attuata con successo nel 2007, ha consentito di ammortizzare in buona parte le negatività nel 2008. Questa politica si è basata sul rafforzamento della rete internazionale di vendita, che ha permesso un allargamento dei mercati di sbocco, principalmente nei Paesi dell’Est, e ha portato a superare gli 85 Paesi in cui Masi è presente e distribuito. Si è rilevata inoltre positiva l’apertura di uno specifico profit center dedicato al Duty Free & Transportation, che ha fatto segnare a quest’attività un’espansione record (+20%) ed ha accresciuto la visibilità e l’immagine a livello globale. Un ulteriore importante fattore è costituito dall’inserimento nel portfolio del Gruppo dei prodotti della reputata casa vinicola trentina dei Conti Bossi Fedrigotti. La risposta del mercato italiano e le prime esperienze sui mercati esteri stanno dando risultati incoraggianti anche su questo fronte. La conquista dei mercati emergenti è una sfida che Masi ha affrontato con successo avvalendosi anche della cooperazione di consorzi di produttori d’eccellenza, come l’“Istituto vino italiano di qualità Grandi Marchi” ed “Excellence from Italy”. Alla strategia di potenziamento commerciale si è accompagnata quella dei progetti vitivinicoli (sempre più strategici per l’azienda.) In Toscana, presso l’azienda Poderi del Bello Ovile è proseguito l’impianto di nuovi vigneti e la costruzione di una casa per l’ospitalità, con annessa rivendita, che saranno ultimate entro l’estate 2009. Si tratta di un progetto affascinante che segna il ritorno degli Alighieri in Toscana, dopo l’esilio di Dante, aggiungendo contenuto storico e culturale all’attività enologica. In Argentina, a Tupungato, è stato ampliato il vigneto, che oggi supera i 100 ettari. Anche qui è stata inaugurata una struttura di ospitalità, la “Casa Corvina”, dove è presente anche una foresteria. Nell’ambito della ricerca, nella quale Masi è da anni impegnata attraverso il proprio Gruppo Tecnico, si è rafforzata la collaborazione con l’Università di Milano, sia in Toscana che in Veneto, per lo studio e la sperimentazione delle uve autoctone ormai dimenticate. Con l’Università di Verona è in corso l’approfondimento delle variazioni microbiologiche conseguenti all’appassimento, tecnica nella quale Masi è specializzata e che sta alla base della produzione dei principali vini del Gruppo: il Campofiorin e gli Amaroni. Le basi per affrontare un 2009 che si prospetta difficile, sono quindi solide. Da questo deriva la cauta fiducia di Sandro Boscaini per il nuovo anno: “Essendo di natura ottimista, penso che il vino di qualità sia un bene con una doppia valenza: è un investimento nel tempo e poi, in momenti difficili… si beve per distrarsi dalla quotidianità! Battute a parte, i recenti dati emersi dalle ultime ricerche sulla redditività delle imprese vitivinicole ci danno ragione, ponendo Masi ai primi posti. E’ la conferma che il mercato premia non chi segue le mode, ma chi ha prodotti con il giusto rapporto qualità/prezzo e dalla forte radice storica e matrice locale”.