Banca Popolare: la dura lezione del Tremonti-bond. Così la “cassaforte” ha schiacciato Verona
Non sarà un’assemblea facile la prossima per il banco Popolare. Le dimissioni dell’avvocato Carlo Fratta Pasini potrebbero venir richieste da gruppi di piccoli azionisti furibondi per quanto sta accadendo. Il titolo – una volta era il mattone dei veronesi – precipitato sotto il valore nominale; l’oltraggio di chiedere un aiuto costosissimo allo Stato (primi a farlo in Italia, altro che piazza finanziaria leader…); l’umiliazione di vedersi imposto un dirigente col compito di fare pulizia dopo le figuracce con Italease. Per fortuna che non c’è più il Polo Finanziario perchè altrimenti Verona sarebbe crollata sotto le risate. Resta l’amaro in bocca: una banca che pare più interessata a che fine farà il quotidiano L’Arena (puntello prezioso quando le cose vanno male…); a chi guiderà gli Industriali (per l’identica ragione di cui sopra…) scendendo in campo per un concorrente e riducendo i fidi all’altro (che eleganza!)… C’è da chiedersi dove trovino i supermanager il tempo per dedicarsi a queste quisquillie … L’amaro in bocca e il patrimonio dei piccoli azionisti quasi azzerato. Per Verona uno smacco e una umiliazione, senza dubbio alcuno… Queste, di seguito, le note di agenzia sull’affaire del Tremonti-bond (da Affaritaliani).[//] Il Banco Popolare è il primo istituto italiano a farsi avanti per i Tremonti bond. Ll’a.d. Pier Francesco Saviotti ha formalizzato la richiesta di 1,45 miliardi di euro per rafforzare i propri ratios patrimoniali. Intanto a Piazza Affari il titolo resta sospeso in attesa di ulteriori chiarimenti. In una nota la banca sottolinea che “in relazione alla pubblicazione del Decreto Ministeriale del 25 febbraio 2009, attuativo del Decreto Legge n. 185/08, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 7 marzo 2009, comunica di aver presentato al Ministero dell’Economia e delle Finanze e alla Banca d’Italia formale istanza per l’emissione degli strumenti finanziari di patrimonializzazione di cui all’art. 12 del citato Decreto Legge”. Il Consigliere Delegato del Banco Popolare Saviotti commenta: “E’ una operazione opportuna che, anche in chiave prospettica, assicurerà una patrimonializzazione adeguata al Gruppo, consentendo di rafforzare il sostegno alle famiglie ed alle Piccole e Medie Imprese sui territori di radicamento, in linea con la vocazione storica delle proprie banche”. Sospesa a Piazza Affari ancheBanca Italease, sempre in attesa di chiarimenti. Aumentano le voci, infatti che la danno vicinissima al delisting. Secondo indiscrezioni, infatti, la banca è messa peggio del previsto, ma il suo salvataggio sarà un’operazione di sistema che coinvolgerà tutte le banche del patto di sindacato. Il leader italiano del leasing verrà scorporato in tre nuove società, con attività e azionisti differenti. Ci sarebbe già l’intesa tra il Banco Popolare e gli altri soci del patto. Il lavoro di Banca d’Italia ha insomm messo d’accordo i partner per il salvataggio del gruppo: in sostanza non saranno solo Bper e Banco Popolare le sole ad accollarsi gli oneri del delisting di Italease. Eì infatti quasi scontata la partecipazione al salvataggio di Popolare di Sondrio e Bpm, mentre sono ancora in corso le trattative con Reale Mutua. Il piano, secondo indiscrezioni, prevede il delisting di Italease, il cui 100% sarà rilevato dal Banco Popolare. L’istituto consoliderà comunque solo una piccola parte dell’attuale Italease: meno della metà dei sui 21 miliardi di attivi. Questo perchè Italease dovrebbe scorporare a breve 6 miliardi di attività di leasing e l’azionariato della Newco cui verrano cedute questi asset dovrebbe essere composto da Bper, Pop Sondrio, Bpm e, forse, Reale Mutua. L’altra società che dovrebbe nascere dalle spoglie dell’attuale Italease è una ‘bad bank’ dove verranno confluiti di crediti non performanti.