La Giunta Galan ieri notte 30 ottobre 2009, in orario di chiusura degli uffici pubblici, si è addirittura riunita in seduta straordinaria, niente meno che presso il Genio Civile di Padova, per approvare una delibera fotocopia della precedente sulla caccia ai piccoli uccelli migratori, protetti dalla legge statale e dalla Direttiva Comunitaria 409/79/CEE, quali Pispole, Fringuelli, Peppole e Storni.[//] La Giunta regionale così facendo ha calpestato le decisioni del TAR del Veneto che, proprio il giorno prima con Decreto cautelare n.986/2009 del 29/10/2009, aveva stabilito che “sussiste il requisito dell’immediata gravità e irreparabilità del danno” bloccando la precedente delibera del 6 ottobre 2009 sulla “caccia in deroga”. Le modifiche apportate rispetto alla precedente delibera sono praticamente inesistenti dal momento che è stato modificato il carniere totale regionale ma non il carniere giornaliero di ogni singolo cacciatore che potrà continuare a cacciare come il giorno prima. Viene così approvato il “Lodo Galan – bis” che conferisce ai cacciatori dei piccoli uccelli migratori protetti l’immunità dal reato di bracconaggio previsto dalla legge sulla caccia, la 157/92, per chi abbatte specie protette. In 15 anni di governatorato Galan mai prima d’ora in Veneto si era assistito ad un così solerte intervento in emergenza della giunta regionale come quello sulla caccia in deroga di venerdì notte. La Giunta regionale invece di affrontare i problemi urgenti dei cittadini come quelli delle migliaia di veneti che hanno perso il posto di lavoro, delle altre migliaia che stanno terminando il periodo di cassa integrazione per poi ritrovarsi disoccupati, degli imprenditori che pur di non chiudere la propria azienda stanno vendendo l’automobile e prosciugando i risparmi in banca per pagare i propri operai, della gente che alla quarta settimana è costretta a rivolgersi alla Caritas per poter mangiare, dell’aria inquinata che ci avvelena tutti, del piano di risanamento dell’aria regionale bocciato dall’Unione Europea e delle sanzioni multimilionarie che dal 2011 dovranno pagare i cittadini veneti, dei piani cave e di risanamento delle acque che nessuno da anni approva a vantaggio di cavatori ed inquinatori, del il piano regionale sui rifiuti, è solertissima nel riunirsi in emergenza per ridare il via libera a quello che nel resto d’Italia è considerato bracconaggio e sanzionato penalmente dalla legge. Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto ha dichiarato: “Quello utilizzato dalla Giunta Galan è un espediente di bassissimo profilo, sono ricorsi a mezzucci molto scorretti solo per conquistare qualche giorno in più di caccia agli uccelli protetti. Questo è un modo poco onorevole utilizzato per scavalcare le leggi, stupisce che un comportamento del genere venga attuato da una pubblica amministrazione che dovrebbe invece dare l’esempio nel rispetto rigoroso delle leggi. Speriamo che i cittadini veneti che dovranno pagare pesantissime sanzioni dell’Unione Europea per la violazione delle Direttive Comunitarie che tutelano la fauna selvatica, alle prossime elezioni regionali diano il loro contributo per mandare a casa il “soldato” Galan e tutti i suoi compari. Ora con i nostri legali stiamo valutando la possibilità di un esposto alla Procura della Repubblica per eventuali reati a carico della Giunta regionale per mancata ottemperanza alle decisioni del TAR.” Michele Bertucco presidente di Legambiente Veneto ha dichiarato: “La nuova delibera della Giunta regionale sulla caccia in deroga è una decisione scandalosa che si fa beffa del TAR e dell’Unione Europea e soprattutto per le dichiarazioni fatte in precedenza dall’europarlamentare Berlato sembra una decisione presa sotto dettatura della lobby dei cacciatori.” A breve verrà presentato un ricorso al TAR contro la nuova delibera. Comuncatoa cura di Legambiente