Al via il primo incontro di approfondimento tecnico con i soggetti coinvolti nella gestione dell’acquedotto. L’iniziativa, lanciata dall’AATO, Autorità d’Ambito Territoriale Veronese, vuole così migliorare l’organizzazione di tutte le attività necessarie per erogare acqua potabile.[//]
Un tavolo tecnico tra tutte le Uls veronesi, La Regione Veneto, la Provincia di Verona, l’Arpav, e le due società di gestione dell’AATO VERONESE, Azienda Gardesana Servizi e Acque Veronesi. Obiettivo: maggiore organizzazione, corretta informazione e recupero della sinergia nel rispetto delle responsabilità delle singole realtà coinvolte.
Questa l’iniziativa firmata AATO VERONESE: il tavolo tecnico, riunitosi per la prima volta martedì scorso 12 gennaio, da oggi è una realtà, che assicurerà riunioni periodiche, e sarà in grado di garantire l’emergenza, qualora sarà necessario. In più occasioni è stata manifestata la necessità di disporre un incontro tra i soggetti istituzionali preposti alla gestione dell’acquedotto e alla verifica della potabilità dell’acqua. La gestione dell’acquedotto, infatti, è un servizio pubblico che coinvolge molteplici soggetti istituzionali, a vario titolo coinvolti, che non sempre dispongono delle necessarie informazioni con il medesimo livello di qualità.
“Sono molto soddisfatto che sia stato organizzato questo nostro primo incontro – commenta il presidente dell’AATO VERONESE Luigi Pisa -; sono contento ci siano iniziative come questa che coinvolgono tutti i soggetti responsabili nella gestione e salvaguardia dell’acqua potabile. Mi auguro sia un punto di partenza per una sempre maggiore collaborazione a vantaggio dei cittadini veronesi”.Con l’avanzamento della riorganizzazione dei servizi idrici, “anche gli aspetti legati alla gestione vengono ora organizzati in modo più organico rispetto al passato – spiega Pisa -. Prima dell’affidamento a regime i soggetti gestori erano 56. Oggi le aziende sono soltanto due: Azienda Gardesana e Acque Veronesi. Questo consente di migliorare tutte le attività necessarie per erogare l’acqua potabile, che possono ora essere coordinate con criteri organizzativi di tipo industriale, al passo con i tempi”.