Ha preso il via oggi, con un incontro all’ex Municipio di Zevio, l’edizione 2010 del progetto di orientamento per adulti “Investire in Formazione” organizzato dal Cosp, il Comitato per l’Orientamento scolastico e professionale di Verona, e la “rete” dei Comuni della provincia di Verona, destinato a migliorare le capacità di trovare nuovo lavoro da parte dei lavoratori over 45 anni, la fascia più “delicata” delle persone rimaste senza lavoro.[//]

«Questo progetto ha una grandissima valenza – sottolinea il presidente del Cosp, Cinzia Giuliana Albertini – perché mette in rete 19 Comuni, con il sostegno della Provincia: in particolare, la Presidenza e l’Assessorato al lavoro. Ci interessa sviluppare in modo particolare la “presa di coscienza” da parte delle singole persone delle possibilità concrete che esistono rispetto alle loro competenze. Poiché si devono ri-orientare nel lavoro devono anche riqualificarsi, e ciò è fondamentale per le donne, gli over 45 e over 50, che sappiamo essere le categorie più critiche. Si dice sempre che i giovani cambiano, rinascono, si abituano, ma la capacità di cambiamento e di adattamento, a una certa età, diminuisce sempre di più. Ci sono casi di famiglie molto strutturate, con persone adulte, mogli con difficoltà lavorative, figli con difficoltà di inserimento scolastico, che affrontano quotidianamente responsabilità e ostacoli di non facile gestione. In questa fascia di nuovo disagio interviene attivamente il nostro progetto».

Quali sono stati i percorsi seguiti e i risultati ottenuti e nel 2009?

«In termini di partecipazione ci sono state oltre 600 persone con una prevalenza assoluta di donne – spiega Rosa Rizzi, referente del Progetto 2009 – I percorsi miravano ad inserire principalmente disoccupati, sensibilizzandoli verso un’attività lavorativa, mentre altri erano finalizzati allo sviluppo delle proprie competenze personali, quali autostima, capacità di comunicazione. Altri dispositivi importanti sono stati il tutorato, quindi l’accompagnamento al lavoro, e i colloqui individuali. Il tutto naturalmente gratuito.»

Quali sono le linee guida per il 2010?

Per il 2010 l’impostazione – sottolinea Deborah Biazzi, referente tecnico progetto 2010 – prevede, come da Direttiva regionale, un maggiore collegamento tra i centri per l’impiego e i bacini territoriali dei vari Comuni partner, con un’attenzione specifica a quelle che potremmo definire fasce deboli emergenti.

Ovvero, un’attenzione particolare al disagio indotto dalla congiuntura economica negativa che colpisce non più soltanto le categorie svantaggiate tradizionali, ma anche trasversalmente, con una vulnerabilità diffusa anche in parti della società tradizionalmente “al riparo”.

Per questo dedichiamo maggiore attenzione a tutti quei dispositivi che possono rafforzare la capacità del cittadino di riconoscersi e di valorizzare le proprie competenze, e permettergli la partecipazione, con una identità sociale attiva, durante questo momento di difficile transizione».

Qual è il ruolo della Provincia di Verona in questo progetto?

«La Provincia di Verona, con i suoi centri per l’impiego distribuiti sul territorio, crede e investe nella formazione professionale, dal Presidente in primis e da tutta l’amministrazione a seguire – rimarca Samuele Campedelli, presidente ESU – Come inciso personale, credo fermamente nella formazione e nei progetti di inserimento al lavoro, e in qualità di Presidente dell’ESU mi occupo dell’inserimento al lavoro dei giovani neolaureati. Soprattutto in questo periodo di mutamenti vorticosi e repentini del mondo economico e sociale, è necessario investire e lavorare nella formazione, per permettere al lavoratore adulto di non fossilizzarsi in un’unica occupazione, come poteva accadere ai lavoratori una volta, dai 16 anni fino alla pensione nella stessa azienda. I mutamenti sotto gli occhi di tutti ci obbligano a fornire strumenti educativi, magari non utili direttamente, ma con una ricaduta sui figli dei partecipanti a questi corsi, che si rivelino utili qualora la strategia dell’azienda, piuttosto che quella di un comparto, vada in crisi, cambi, o si rinnovi per essere più competitiva».

All’incontro di oggi hanno partecipato anche i rappresentanti degli Enti locali che aderiscono al Progetto 2010: queste le dichiarazioni di tre realtà fra le più significative:

Diego Ruzza, Assessore alle politiche Sociali e Servizi alla Persona, Comune di Zevio: «Il Comune di Zevio collabora da anni con il COSP. Puntiamo ad una formazione aggiuntiva per i giovani e tutti coloro che rimangono disoccupati per garantire loro un “valore aggiunto” e quindi avere maggiori chance per nuove esperienze professionali. Una realtà importante nel comune di Zevio è l’associazione, diventata ora cooperativa, “Mamma per mamme” per l’inserimento e l’orientamento lavorativo delle madri in difficoltà.»


Anna Maria Zardini, Assessore al Sociale, Politiche per la terza età, Pubblica istruzione del Comune di Caldiero: «Il ruolo degli Enti locali è quello di promuovere sul territorio queste iniziative, cercando di coinvolgere gli abitanti affinché partecipino. Questa iniziativa del COSP è molto importante: abbiamo fatto corsi che hanno lavorato principalmente sulla persona, e quindi riguardanti l’autostima, la gestione dello stress, l’assertività, che sono stati molto seguiti.Anche l’universo femminile è stato il protagonista dei nostri corsi orientati verso il reinserimento delle donne uscite dal mondo del lavoro o rientrate dopo la maternità».

Walter Giacopuzzi, Assessore all’Istruzione, Politiche Sociali e Giovanili, Comune di Sommacampagna: «Per Sommacampagna è stata la prima partecipazione a questo progetto formativo. Credo che sia interessante come fattore di educazione permanente, soprattutto per le donne, per la gestione del lavoro e delle relazioni personali nel sociale. Più in generale, credo che la rete dei Comuni, oltre che un supporto permanente, sia una forma di volano per innescare politiche del lavoro più serie, più efficaci, al servizio delle persone che si trovano in difficoltà».