Dopo oltre vent’anni dalla mostra monografica tenuta alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Forti nel 1988, Carlo Guarienti, “decano” degli artisti scaligeri e noto a livello nazionale e internazionale, ritorna fino al 19 settembre in Sala Boggian del Museo di castelvecchio con dipinti e sculture eseguiti tra il 2004 e il 2010. L’esposizione, promossa dal Comune di Verona-Direzione Musei d’Arte e Monumenti, Assessorato alla Cultura, e sostenuta dalla Regione Veneto e da Fondazione Cariverona, è curata da Giuseppe Appella[//] e allestita con esperta mano da Alba Di Lieto e Alberto Zanmatti. Pure fino al 19 settembre, sarà inoltre visibile, con ingresso gratuito, una straordinaria opera-ambiente realizzata dall’artista a Palazzo Canossa (a questa sezione hanno dato il loro contributo per l’allestimento anche Ketty Bertolaso e Luca Lagrecacolonna) e presente in Sala Boggian tramite un video, appositamente realizzato da Giorgia Guarienti e Carlo Tombola. Tra i lavori esposti in Sala Boggian, spiccano i drammatici autoritratti – ossessiva riproposta della propria immagine anche in omaggi dedicati ad altri artisti – che nella versione pittorica emergono da un contesto evanescente, come fantasmatiche apparizioni, e che in veste scultorea si ricoprono di chiodi. Non meno inquietanti delle sculture di animali dalle superfici tormentate, su cui la luce compie un gioco di materia in disfacimento, a ribadire il transeunte di ogni cosa. A Palazzo Canossa, emblematica opera del Sanmicheli, con la quale l’architetto introdusse a Verona, sua città natale, le novità del Rinascimento centroitaliano, e dimora di Guarienti durante la giovinezza, l’evanescenza di forme e colori, frutto di un’originale sintesi “Oltre il reale”, come evidenzia il titolo della mostra, dei movimenti fondamentali del Novecento, si ammanta di sapori rinascimentali. In trasognato dialogo con le decorazioni di Bernardino India e Battista Del Moro, applica alle pareti tavole mobili realizzate su metallo con la tecnica dell’affresco, rendendo un suggestivo omaggio di fiaba a quel Rinascimento che, nato dalle riscoperte archeologiche della Roma di Raffaello, fu superato in chiave monumentale e illusionistica, nel diretto confronto con lo spazio architettonico, da Paolo Caliari, il grande Veronese. I due distinti momenti espositivi, ma virtualmente collegati, consentono di calarsi appieno nel mondo in particolare pittorico di Carlo Guarienti. Figlio dei movimenti fondamentali del secolo scorso – in particolare Surrealismo e Metafisica, in versione informale – e delle sue sperimentazioni, ma del pari memore della grande tradizione nazionale, sul piano tecnico esprime un sofisticato eclettismo, che mette a frutto anche le esperienze effettuate nell’ambito del restauro degli affreschi, come l’uso dello strappo, mentre l’aspetto denso e materico dei suoi racconti fantastici e onirici, ironici e incompiuti, si copre di una patina di antichità che sembra sbriciolarli per l’usura del tempo. E’ un mondo mitologico di icone autoreferenziali: di sé, del suo mondo affettivo e domestico, e della sua città, inclusi personaggi come Girolamo Fracastoro e il Papà del Gnoco. Una mostra che è anche un’occasione per fruire di spazi normalmente riservati, per l’occasione impreziositi da interventi artistici di alto valore poetico. (di Franca Barbuggiani)
“Oltre il reale, Carlo Guarienti” Verona Museo di Castelvecchio, Sala Boggian Palazzo Canossa Fino al 19 settembre