Ispirata alla natura archeologica degli Scavi Scaligeri, ricchi di antiche memorie, ma anche sede ospitale di testimonianze dei nostri tempi, è nata la mostra “Colin/Cronos-Quel che resta della memoria”, di Gian Luigi Colin, curata da Mauro Fiorese per il Centro Internazionale di Fotografia, aperta fino al 15 maggio. Nato a Pordenone nel 1956, Gian Luigi Colin, giornalista, conferenziere, docente universitario, art director di [//]un’importante testata nazionale, conduce da tempo una ricerca sull’universo della parola e dell’immagine nella comunicazione, proponendo una rilettura dell’intero sistema in chiave etica ed estetica, per riscoprirlo con nuovi occhi. Lo fa attraverso la manipolazione sostanziale di testi e fotografie e dei loro supporti, creando grandi installazioni e performance di forte impatto emotivo e di grande impegno civile, che nella mostra trova i suoi punti di forza ideali e spettacolari in “Wall” e ne “I bambini di Roman”. La prima è un’ installazione (delle otto esposte), collocata da Eleonora Boaro (alla quale si deve la elegante e limpida impaginazione, corredata da un nutrito apparato didascalico) nel grande salone, che così esalta l’imponenza del manufatto quale coloratissimo mosaico di lacerti di una società, la nostra, avviata alla disintegrazione. Il secondo, con sguardo invece rivolto al passato, appunto per non dimenticare, colloca, nel corridoio di passaggio tra le due sezioni principali degli Scavi, sul fondo di contenitori metallici adagiati su una coltre di terra smossa a ricostruire un piccolo cimitero, ritratti di bambini vittime dell’Olocausto, catturati dall’obbiettivo del fotografo Roman Vishmiac nel ghetto di Varsavia prima della distruzione nazista. La stessa tensione civile, peraltro, informa anche le altre sezioni della mostra, pur meno spettacolari ed emozionanti. Si tratta di interventi su pagine di giornali di tutto il mondo, come quelli esposti nella sezione “Wor(l)ds”, o su testimonianze inerenti i valori alla base della rinascita del nostro Paese nel Dopoguerra (“Vuoti di memoria”), o su capolavori dell’arte, dove l’uso della sottrazione di una figura diviene metafora dell’assenza come presenza ancora più visibile, in una poetica ricerca sulla sedimentazione dello sguardo nella memoria collettiva (“Assenze”). Il tema del tempo e della memoria ritorna anche nella serie “Amami”, omaggio alla Verona shakespeariana, grazie al recupero da album di famiglia di vecchie fotografie di amori lontani, e, nella sezione “Vie di memoria”, che richiede la collaborazione dei visitatori per una performance interattiva, sull’esempio di altri eventi curati da Colin in città come Roma, Milano, Napoli, New York, San Pietroburgo e Buenos Aires. L’esposizione, che, tra l’altro, è stata insignita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di una medaglia di rappresentanza, è completata da un cortometraggio sull’autore realizzato da Mauro Fiorese. (Franca Barbuggiani)
Colin “Cronos-Quel che resta della memoria” Centro Internazionale di Fotografia “Scavi Scaligeri” Cortile del Tribunale – Verona Aperta dal martedì al alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00 Biglietti 5,00 €, 3.00€, 1.00 € Info tel. 0458007490/8013732 www.comune.verona.it/scavi scaligeri fino al 15 maggio