“Berlino. Tracce di memorie urbane”
Distrutta dalla guerra, sfregiata dal muro, Berlino rinasce dalle proprie ceneri in un percorso tuttora in fieri, ma che già la connota inequivocabilmente. Lo ha colto, a modo suo, Luca Chistè, sociologo di Trento e appassionato studioso di [//]tradizioni popolari, che ha analizzato l’impiego della fotografia – altra grande passione della sua vita, fin dal 1980, quando era appena ventenne – come metodo autonomo nell’ambito delle scienze sociali e dell’antropologia culturale. Il frutto della sua ricerca su Berlino ha portato a due interessanti esposizioni: a Trento, nel 2010, con il titolo “Berlino. Tracce di memorie urbane” e, ora, a Verona, presso il Centro Internazionale di Fotografia “Scavi Scaligeri” (organizzazione del Comune e curatela di Riccarda Turrina), titolata “Berlino. Profili urbani”, visitabile fino al 13 novembre. L’ingresso è gratuito per i bambini e offre visite guidate, alla domenica, comprese nel prezzo del biglietto. La mostra raccoglie un centinaio di immagini in grande formato che, elaborando un percorso visivo per nuclei tematici omogenei, all’insegna della destrutturazione e della decontestualizzazione, evidenzia la trasformazione della città da realtà urbana caratterizzata dalla pietra a avveniristica metropoli di vetro e acciaio. Un approfondimento speciale, con ben 32 immagini, è dedicato, inoltre, all’area della Potsdamer Platz. Fissa nuove realtà architettoniche, erette nella zona degli isolati un tempo occupati dalla edilizia popolare comunista della DDR, o immortala recuperi di significativi edifici del Terzo Reich inglobati in ardite strutture di straordinaria modernità, recanti la firma dei maggiori architetti contemporanei, in particolare il nostro Franco Piano. Ma non è lo spirito documentario (quale fu dei Lotze e degli Alinari, per citare i più celebri nel genere) che informa le immagini di Chistè. Bensì una ricerca di pure forme, di elementi lineari o curvi, delle loro varie combinazioni, del gioco della luce e dei cromatismi connessi, tra riflessi e trasparenze, che partiscono e fondono natura e architettura, moltiplicando spazi e dimensioni secondo la lezione che risale all’americano Paul Strand. E secondo gli standard previsti dalla fotografia fine-art, le immagini sono state post-prodotte e stampate dallo stesso autore. Il catalogo, con interventi di Riccarda Turrina e Danilo Balzan, è edito da Publistampa Edizioni. (Franca Barbuggiani)