Carburante: i 5 centesimi che fanno traboccare il vaso
“Ci sembra il solito gioco del passo avanti accompagnato da due indietro. A fronte di risoluzioni decisive per quanto riguarda la vertenza dell’Autotrasporto, ecco arrivare la batosta inattesa: 5 centesimi in più, che si vanno a sommare agli altri aumenti che ormai sembra quotidiani e passati sotto silenzio, sul [//]prezzo dei carburanti. Confartigianato Trasporti di Verona interviene con fermezza sulle notizie di un nuovo ritocco del costo dei rifornimenti. “E’ vitale, per il mondo dell’Autotrasporto – aggiungono gli Autotrasportatori artigiani veronesi – che il Governo vari subito misure a favore della riduzione del prezzo dei carburanti introducendo l’accisa mobile, la sterilizzazione dell’Iva sulle accise e dando maggior impulso alla liberalizzazione della distribuzione carburanti. Una misura a favore non solo della categoria, ma volta a calmierare anche i prezzi dei prodotti al consumo e quindi a tenere sotto controllo l’inflazione”. Negli ultimi 14 mesi gli autotrasportatori si sono trovati a fare i conti con un aumento esponenziale dei costi del carburante. Dal febbraio 2011 il prezzo al litro del gasolio per autotrazione è passato dai 1.399 € per litro ai quasi 1.9 € se dovesse passare la nuova accisa per la protezione civile. Un aumento del 36%. “5 centesimi di accisa di troppo – continua Confartigianato Trasporti Verona – che rischiano di essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non è infatti possibile, in questo momento di crisi per le nostre imprese, in particolare quelle artigiane, recuperare il milione di vecchie lire che ci costa in più ogni pieno delle motrici. Si pensi che l’incidenza del prezzo del gasolio, sui costi complessivi di un’azienda di autotrasporto, è passata dal 33% del 2009 all’odierno 50% circa. Le nostre imprese sono in fortissima difficoltà e il prezzo del carburante, la crisi di liquidità fomentata dalle banche e da un generalizzato prolungamento dei tempi di pagamento da parte dei nostri committenti, deve poter trovare nell’azione del Governo non un ulteriore limite bensì segnali concreti che lascino sperare in un miglioramento”. C’è poi il rischio di gravi ripercussioni soprattutto sul consumatore finale. Oltre l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma. L’aumento dei costi per le aziende di trasporto si ripercuote anche sui beni di consumo, con il conseguente aumento dell’inflazione che rischia seriamente di impennarsi ed incidere negativamente sulla recessione in atto. “Al Governo – concludono gli Autotrasportatori di Confartigianato – chiediamo tre azioni precise: l’introduzione dell’accisa mobile, la sterilizzazione dell’iva sulle accise ed un maggior impulso alla liberalizzazione della distribuzione carburanti”.