L’opposizione non parteciperà al consiglio comunale di domani sera. Con una lettera inviata al presidente Enrico Ortombina i 5 consiglieri di minoranza (Paolo Martari, Graziano Tovo, Alessandrino Dal Maso, Luciano Zanolli e Renzo Piazzi) hanno preso questa decisione per denunciare la pochezza dei temi posti all’ordine del giorno, che finirebbe per relegare il consiglio ad esercitare un ruolo marginale di semplice ratificatore di decisioni già assunte dalla giunta oppure di provvedimenti tecnico-amministrativi obbligati e indifferibili. “Abbiamo preso questa decisione con consapevolezza, dopo avere preso atto, per l’ennesima volta, che questa amministrazione considera il consiglio comunale come un impiccio e non come il luogo della democrazia. Avevamo ripetutamente denunciato questa impostazione culturale già in passato e ora riteniamo doveroso manifestare il nostro dissenso con un segno tangibile e concreto, non partecipando ad una seduta dal contenuto imbarazzante per pochezza.
Oltre alla marginalità dei punti in discussione non si comprende come mai la seduta sia stata convocata a fine agosto, dopo avere atteso mesi”. Sulla nomina dei revisori dei conti, poi, la presa di posizione è quanto mai dura: “Sull’ultimo argomento in discussione, invece, rimaniamo basiti. Abbiamo appreso solamente ieri sera che tutti tre i membri del collegio sindacale si sono dimessi in data 10 agosto, con laconiche motivazioni (ragioni personali, familiari, ecc.). Non ci sono state offerte spiegazioni ufficiali, ma pare che questa “epidemia di dimissioni” sia legata all’aggiramento della legge che imporrebbe il sorteggio dei revisori dei conti sin dal prossimo rinnovo naturale. Sarebbe una furbata in perfetto stile all’italiana, da cui ci dissociamo. Inoltre, ancora una volta la maggioranza mostra l’arroganza di sempre non dando alcuna indicazione di voto, nè – men che meno – ravvedendosi sulla scelta già fatta ad inizio legislatura, offrendo all’opposizione di nominare nel collegio un tecnico di sua fiducia. E ció, si badi, non per applicare il “manuale Cencelli” né per galanteria istituzionale, ma perché il collegio dei revisori contabili è organismo tecnico e terzo, chiamato ad una funzione a garanzia di tutti. Decisione che l’amministrazione Zanolli aveva fatto propria ma si tratta, evidentemente, di una concezione che questa maggioranza non mostra di conoscere nemmeno a livello rudimentale”.