Come previsto ha tenuto banco nella seduta consiliare la clamorosa assenza dell’opposizione per protesta. Ecco la replica del presidente del Consiglio comunale Enrico Ortombina: “E’ un fatto che evidenzia insofferenza, stanchezza e comunque anche carenza di rispetto istituzionale e del ruolo ricoperto. Insofferenza verso il decisionismo di un Sindaco e di una Giunta che qualche volta è emersa anche in maggioranza, ma che finora è rimasta incanalata nel dibattito e nelle mediazioni interne alle componenti permettendoci di arrivare fino ad oggi. Stanchezza perché dopo quattro anni all’opposizione si può anche perdere la fiducia nel perseguire i propri legittimi obiettivi politici. Spesso interpellanze e mozioni si sono infranti sul muro di una maggioranza troppo ampia o di una precisa risposta documentale. Compito dell’opposizione è anche quello di raccogliere con pazienza documenti e delibere che permettano interventi più puntuali ed incisivi, ma specialmente idee che possano essere condivise da altri consiglieri. Vi rammentai già al momento della mia elezione, comunque da voi non condivisa, che per tre anni dal 1992 al 1995 ho svolto, per mia libera scelta, il ruolo di opposizione e che non ho mai “mollato”un Consiglio comunale se non costretto dalla Forza Pubblica per qualche intemperanza giovanile. Ricordo a tutti i consiglieri che il Consiglio comunale non è una vetrina in cui fare sfoggio di verbale competenza linguistica, ma un luogo dove si lavora umilmente, anche sui punti di mera ratifica o tecnicamente obbligati. Portate delle proposte concrete e trovate una maggioranza che le condivida e Sindaco e Giunta dovranno piegarsi alla suprema volontà del Consiglio. Se il motivo dell’ assenza è quello di dare un segnale lo accetto, se sta a significare un arrendevole “Aventino” voglio inviare ai cinque consiglieri firmatari un forte richiamo a fare il loro dovere davanti ai cittadini che si apettano di essere rappresentati fino all’ultimo giorno di questa legislatura. Solo le prossime elezioni potranno esimervi dal Vostro compito altrimenti non vi resta che cedere il posto a forze più fresche e meno rinunciatarie dimettendovi da questo consesso”.