Il Comune di Villafranca non ha aderito, come peraltro già si sapeva da tempo, all’aumento di capitale dell’aeroporto Catullo. La quota ad versare sarebbe stata di 499.356 euro. Il che ha scatenato un dibattito acceso sul futuro dello scalo e sul ruolo di Villafranca. Luciano Zanolli: «Al di là dell’aspetto tecnico-economico, anche se il primo aumento l’avevamo fatto, avevamo chiesto un incontro con l’aeroporto, chiarezza sul piano. Invece non abbiamo potuto discutere su queste cose. Poi si sono aggiunte questioni e situazioni critiche e difficili da risolvere. Probabilmente può essere condivisa una tecnica d’attesa, ma sarebbe giusto avere chiarezza sulla posizione del Comune e un dibattuto sul futuro».
Sindaco Mario Faccioli: «Villafranca è in linea col sistema Verona. Ha una strategia congiunta con Comune Verona, Camera Commercio, Provincia e banche. Il presidente Arena verrà a illustrare il piano industriale di lacrime e sangue».
Nicola Terilli: «Non ho capito se il sistema Verona ha le idee chiare. Lasciamo stare cosa è successo sulla precedente amministrazione del Catullo che è sotto inchiesta, ma ci sono troppi nodi irrisolti. Montichiari è una palla a piede del Catullo. C’è una situazioni occupazionale critica. Si prevedevano crescite enormi, espansione, ma ora ci sono circa 100 lavoratori in mobilità. Ora si spara sulla classe politica mentre gran parte dei dirigenti fanno parte degli imprenditori del sistema Verona considerato virtuoso ma i risultati sono questi».
Luciano Zanolli: «Ci sono interessi collegati a noi e quindi come ci muoviamo è importante. Dal punto di vista ambientale siamo fortemente penalizzati senza risarcimento e nessuna protezione del territorio. Il sistema Verona va via insieme o ognuno per conto suo?».
Paolo Martari: «Diciamo sì al non aumento ma per ragioni opposte. Avevamo lanciato una provocazione: vendiamo le quote che tanto non abbiamo indennizzi né voce in capitolo. Al di là della contingente situazione economica, sarebbe stato meglio dire sì o no in base a una reale prospettiva per condivisione di un piano industriale che non ci è stato presentato. Non riesco a capire dove andiamo a parare».
Sindaco Mario Faccioli: «Siamo tornati indietro di 10 anni. Il consiglio deve capire che non c’è solo Verona. Cargo a Brescia non regge. L’indotto che porta l’aeroporto resta sul territorio. Ma l’aeroporto deve vivere da solo. E’ come gli ospedali. Non li regge tutti. Spero sia ultimo piano. Villafranca può dire la sua ma in funzione di un tavolo dove i contesti sono diversi. Bisogna andare oltre i confini geografici politici. Per esempio, chi va a sciare in Trentino atterra a Venezia. E’ follia. O l’aeroporto è un’opportunità con sacrifici ambientali e i vincoli che ci impone nella programmazione del territorio, invasione viabilistica, posti di lavoro, investimenti sul territorio, se no non ci siamo. Ci vuole continuità, professionalità e una scelta politica forte a monte. Montichiari è nodo politico, perché se lo molli rafforzi il sistema Bergamo e milanese».
Lucio Cordioli: «I nodi vengono al pettine. Se lo scalo non fosse sul nostro territorio venderei anch’io le quote. Nessun piano salverà il Catullo perché il buco nero è Mpntichiari»,
Graziano Tovo: «Non abbiamo la programmazione attorno all’aeroporto. E’ contraddittorio che chiediamo un confronto con l’aeroporto partendo da una non adesione. E’ il fallimento della politica, Non abbiamo fatto crescere il figlio Montichiari e facciamo morire entrambi. Se il piano non ci convince dobbiamo dire che vadano a casa. Se ci convince allora lasciamoci la porta aperta per contribuire».