Auditorium gremito per il primo di una serie di convegni su temi e istanze che stanno interessando il territorio villafranchese proposto da Udc Villafranca e il movimento Grande Nord. Il titolo era “Progetto Chievo: un’opportunità per il territorio villafranchese?” Da quanto è emerso dalla serata il punto interrogativo può essere tolto. Di fronte a un progetto dettagliato presentato dal Comune che regali alla cittadinanza un parco ma anche impianti sportivi, infatti, da parte di chi è contrario non è arrivata alcuna proposta alternativa sostenibile e finanziabile che non sia quella di lasciare l’area tutta a parco. Dopo l’introduzione dei consiglieri comunali Nicola Terilli e Niko Cordioli, è toccato all’assessore Roberto Dall’Oca illustrare il progetto. «Bisogna dire che non si può volere tutto. E quindi, dopo un grande lavoro fatto di valutazioni e verifiche di sostenibilità a tutto campo, abbiamo raggiunto questo compromesso che riteniamo porti beneficio alla comunità. Non è il progetto Chievo, perché il Chievo è solo il mezzo per raggiungere l’obiettivo. Poteva essere qualsiasi società. E’ cambiato molto dal progetto iniziale proprio per contemperare le esigenze di chi vuole il parco attrezzato, chi le palestre che a Villafranca non vengono costruite da 40 anni, i campi da calcetto, il percorso ciclopedonale. Abbiamo ridimensionato l’area a 150 mila mq per garantire il giusto spazio di sviluppo al Polo Emergency. Rispondo alle critiche degli ambientalisti. Il primo progetto dell’amministrazione Zanolli prevedeva il centro giovanile col Piruea di 11 mila mq, rimanevano l’area baseball, la tettoia, casa custode e baita alpini. Quindi restavano disponibili circa 60-65.000 mq verde ed ha speso ben 650 mila euro per fare quella cosa indefinibile che ci siamo ritrovati. Noi sistemeremo bene i circa 76 mila mq di parco,quindi di più, faremo le palestre e il Chievo farà i tre campi e la palazzina spogliatoi. Il tutto a costo zero grazie al contributo del Chievo di 1 milione e mezzo versato subito e non a rate da 50 mila e ai 900 mila euro della Regione che non avrebbe concesso se non con questo progetto di cittadella dello sport. E a fine contratto avremo strutture da aggregare all’area degli impianti sportivi. Infine non si è regalato niente a nessuno nella permuta dell’area acquisita dai privati in cambio della possibilità di costruire le 4 palazzine. Ci sono state le perizie e il via libera dell’ufficio delle entrate». Poi è toccato a Maria Luisa Zecchinato, portavoce del Comitato Parco del Tione che ha ricordato i vari passi fatti da quest’area, fino all’approvazione del primo progetto della giunta Zanolli. «Quando abbiamo saputo che il Comune aveva imboccato un’altra strada abbiamo costituito il Comitato che ha raccolto oltre 1500 firme per dire no a questo progetto. Quest’area è l’ultima valvola di sfogo verde del Comune e va mantenuta a tutti i costi coinvolgendo le associazioni nella gestione e acquisendo contributi anche europei. L’inquinamento continua a crescere e noi occupiamo un’area verde. Nel primo progetto c’era inoltre il centro giovanile e per le associazioni che era più importante». L’architetto Arnaldo Toffali, dirigente responsabile dell’Area tecnica del Comune, ha ripercorso l’iter burocratico che ha portato ad essere considerato di interesse regionale. «In pratica questo sarà il primo intervento come area di penetrazione per garantire l’accessibilità al grande parco regionale del Tartaro Tione che si estende fino ai confini con Povegliano da una parte e a Valeggio dall’altra».