Quello che sta accadendo alle lasagne “internazionali”, con ragù di manzo che conterrebbe anche carne di cavallo, è purtroppo un esempio di come la mondializzazione può condurre su una strada che non solo banalizza le produzioni locali, ma punisce i produttori, l’industria, la distribuzione [//]e, di fatto, inganna i consumatori. Questo l’amaro commento dell’assessore all’agricoltura e alla tutela del consumatore del Veneto circa lo scandalo internazionale delle lasagne “ingannevoli”. Risalire alle responsabilità è sempre doveroso – ha aggiunto l’assessore – ma non rimedia al danno e ai rischi di una strada in discesa, dove nella notte nera tutto rischia di restare nero, soprattutto i bovini. Quando la filiera si allunga a dismisura e l’obiettivo tende ad essere più economico che qualitativo, il massimo profitto al costo più basso, il rischio che uno dei gradini celi l’inganno è sempre presente. Aggiungo anche che una vicenda del genere ha giustamente attivato la politici. E’ del tutto apprezzabile che in Francia lo stesso governo sia convocato per oggi in riunione di emergenza – ha ricordato – per fronteggiare una vicenda che ha creato danni agli allevatori e all’economia di quel paese. Dovrebbe essere sempre così, anche in Italia: la politica non può chiamarsi fuori in vicende del genere, anche se formalmente private, perché il danno è collettivo. Per quanto ci riguarda, e al di là del fatto che ciascuno può comprare legittimamente gli intrugli anonimi che meglio crede – ha continuato l’assessore Veneto – noi insistiamo affinché la carne bovina dei nostri allevamenti veneti abbia la valorizzazione che merita, non solo perché garantisce la tracciabilità lungo tutto il percorso, ma anche perché è ottima e spesso di una qualità superiore, che deriva dall’applicazione di disciplinari assolutamente precisi e rigorosi. E’ interesse della stessa distribuzione esaltare il produttore che fa bene il proprio mestiere accettandone i marchi. “Presto, ma in un momento successivo alle elezioni politiche per evitare speculazioni cervellotiche – ha concluso l’assessore – presenteremo il marchio dei prodotti veneti di Qualità Verificata, dove la carne bovina ha una posizione di primo piano. E’ un marchio che vuole rendere facilmente riconoscibile il prodotto certificato da quello più o meno anonimo, che risponde più alla burocrazia cartacea che all’impegno dei produttori e alle aspettative dei consumatori.