Come da un’idea semplice si possono tirar fuori due ore di divertimento. Senza satira politica e con una rivista senza una vera e propria trama, ma con tante scenette con l’unico filo conduttore dell’amore nelle sue varie espressioni, la Compagnia Fondazione Aurora ha dato il meglio sul palcoscenico. E tempo per preparare il tutto ce n’è stato ben poco, quest’anno. Bella la scenografia, suggestive le coreografie dei balletti e divertenti gli attori in scena. Dopo l’esperienza dello scorso anno con Televilla, nella rivista sono stati integrati dei filmati che hanno dato un tocco in più allo spettacolo. L’ambientazione nel parco Bottagisio ha comunque permesso di lanciare una frecciata per il suo abbandono (azzeccata l’immagine sulla tabella degli orari di apertura al pubblico). Poi via libera allo scatenato Cupido (Giancarlo Bellesini) che con le sue frecce trasforma i don Giovanni del paese (Massimo Dal Gal e Gian Melchiori) in due effeminati. Il giardiniere (Mariano Melchiori) ha il suo bel daffare a controllare il parco a causa dell’improvviso arrivo di tante persone stufe di battaglie e liti politiche. C’è l’amore raffinato e cortese raccontato dai due nobili (Filippo Menditto e Laura Murari), quello surreale di un giovane Emo (Andrea Raule), quello del ragazzo imbranato (Francesco Pisanelli) e quello interessato della russa (una sorprendente Chiara Rigo) che circuisce i vecchi ricchi con la sua avvenenza. Ma il clou è quando viene messo alla berlina uno degli sport preferiti in paese: lo sparlare alle spalle della gente. Alessia Antinori, Monica Piazzi, Elisa Buzzi, Consuelo e Marisol Trematore fanno gossip sui presunti tradimenti coniugali, ma in modo divertente mostrano anche quanto quasi sempre l’amicizia sia falsa, di facciata. Davanti tanti baci e complimenti, dietro solo pugnalate. Chi trova un vero amico trova un tesoro. Ma nel canto finale la Compagnia lancia un grido di speranza. Anca parché se in paese i è tuti così, semo alle asse…

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