Basta ritardi nei pagamenti alle imprese da parte degli Enti Pubblici. Confartigianato ha apprezzato la volontà dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, di affrontare il grave problema dei ritardi di pagamento degli enti pubblici, sforando il patto di stabilità per pagare le imprese. “Si tratta di un’iniziativa concreta e coraggiosa – sottolinea Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona – per dare risposta ad una vera e propria emergenza che mette in gioco la sopravvivenza delle piccole imprese. Quello dei ritardati o mancati pagamenti è uno dei problemi più gravi all’origine della mancanza di liquidità degli imprenditori e, addirittura, in questi tempi di credito scarsissimo, porta alla chiusura molte aziende. Per questo deve essere affrontato rapidamente e senza esitazioni: al prossimo Parlamento e al prossimo Governo chiediamo di intervenire subito per applicare la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali delle imprese verso lo Stato. In questo modo si riuscirebbero anche a scaricare le tensioni creditizie delle piccole imprese. Ogni altra ipotesi di ‘ingegneria amministrativo/finanziaria’ rischia di aggiungere al danno la beffa”.
“Quanto alla nuova legge, in vigore da gennaio – aggiunge il presidente di Confartigianato Verona – che fissa il termine di 30 giorni per i pagamenti nelle transazioni commerciali, bisogna farla rispettare. Sappiamo bene che, in Italia, il problema non è tanto fare le leggi, ne abbiamo fin troppe, ma applicarle. E allora, vista la drammaticità del problema dei ritardi di pagamento, con il nostro Osservatorio sui ritardi di pagamento, vigiliamo affinché questa volta non ci siano scappatoie”.
Alle imprese, il ritardo con cui la Pa salda i propri debiti rispetto ai 30 giorni stabiliti dalla nuova legge costa 2,5 miliardi di maggiori oneri finanziari. Il rapporto di Confartigianato rivela che la Pubblica Amministrazione ha accumulato debiti commerciali per 79 miliardi nei confronti dei fornitori di beni e servizi. Di questi, 35,6 miliardi si riferiscono a debiti verso fornitori del Servizio Sanitario Nazionale, che comprende Asl, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie e Irccs.
Il 1° Novembre 2012 il Consiglio dei Ministri approvò il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/7/UE ed è già applicato a tutte le transazioni concluse a partire dal 1° gennaio 2013.